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Apple si arrende alla Cina e salva i dati iCloud: polemiche sulla sicurezza

Il mese scorso,  il colosso Apple ha annunciato che alla fine di febbraio avrebbe trasferito la gestione dei suoi dati cinesi dell’iCloud ad una società locale di proprietà statale in Cina denominata Cloud Big Data Industrial Development Co (GCBD) per conformarsi alle nuove normative locali.

Ad oggi, invece, la testata giornalistica Reuters sostiene che Apple riporterà anche le chiavi di crittografia iCloud per gli utenti cinesi nella stessa Cina, sollevando nuove preoccupazioni circa l’accesso del governo. La nuova politica non influisce sugli utenti iCloud al di fuori del territorio asiatico: tale conformità significa che le autorità cinesi avranno più facile accesso ai dati degli utenti memorizzati nel servizio iCloud di Apple, soprattutto ora che, per la prima volta, il colosso di Cupertino conserverà le chiavi per l’iCloud cinese.

Apple sostiene che soltanto lei avrebbe il controllo delle chiavi di crittografia e che le autorità cinesi non hanno alcuna “backdoor” per accedere ai dati. Finora tali codici erano memorizzati esclusivamente negli Stati Uniti per tutti gli utenti. A partire da domani, 28 febbraio 2018, la gestione dei servizi iCloud di Apple nel Paese sarà trasferita alla GCBD. Reuters ha parlato con gli attivisti per i diritti umani che hanno espresso il timore che coloro che sono al potere possano usare le nuove regole per rintracciare i dissidenti.

In una dichiarazione, Apple ha spiegato che “doveva rispettare le leggi introdotte di recente in Cina che richiedono che i servizi cloud offerti ai cittadini cinesi devono essere gestiti da aziende cinesi e che i dati devono essere memorizzati in Cina”. L’azienda americana ha inoltre sottolineato che i suoi valori non cambiano anche se “sono soggetti alle leggi di ogni Paese”.

Ad ogni modo, una simile azione si aggiunge al gioco di destrezza da parte di Apple di capitalizzare in uno dei più grandi mercati in crescita. Lo scorso anno, ad esempio, l’azienda ha rimosso in modo controverso le app VPN dal suo App Store in Cina, sostenendo di rispettare solo la legge al fine di continuare ad operare in quel Paese. Inoltre, durante le sue importanti informazioni sui principali prodotti, il colosso di Cupertino sta strizzando l’occhio ai mercati orientali, facendo riferimenti a WeChat durante le sue precedenti dimostrazioni dell’Apple Watch. Infine, l’amministratore delegato Tim Cook sarà anche co-presidente del China Development Forum di marzo.

Ilaria Rosella Pagliaro

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