Mobile gaming e generi videoludici

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Nel percorso di crescita del videogioco un ruolo fondamentale è stato giocato dal gaming mobile. Se concettualmente il videogioco in mobilità vanta una storia pluridecennale, con le prime console a batteria di successo che risalgono agli anni ’80, quando si parla oggi di gaming mobile ci si riferisce in maniera pressoché esclusiva all’utilizza dello smartphone come supporto videoludico. In effetti, i numeri non lasciano spazio a interpretazioni: limitandosi a esaminare quelli relativi al 2022, emerge che circa il 25% delle app scaricate per Android e iOS sono costituite da videogiochi. Insomma, lo smartphone rappresenta per molti una vera e propria console sulla quale installare i più diversi titoli.

Una console con caratteristiche ben specifiche, che rendono legittimo domandarsi se sia possibile adattare al mobile qualsiasi genere videoludico. Si tratta di una questione solo all’apparenza semplice: la versatilità dello smartphone, un vantaggio enorme, lo rende anche meno specializzato di altre console; a livello hardware, nonostante la validità di modelli espressamente dedicati, si mantiene un distacco rispetto a piattaforme più performanti; anche i controlli, necessariamente touchscreen, rivestono un ruolo fondamentale. Tutto questo, insomma, porta a chiedersi quali tipologie di videogioco possano essere adattate a un contesto tanto specifico come il mobile gaming.

È inevitabile considerare, come prima cosa, il genere che più di altri si è messo in luce su smartphone: il casual gaming. Comprende titoli caratterizzati da un’estrema linearità di gameplay e facilità d’accesso, con match che durano pochissimo tempo: elementi che rendono questi videogiochi l’ideale quando si hanno dei tempi morti, durante i quali ci si può distrarre con una velocissima partita. Si può naturalmente pensare ai classici che hanno perfino anticipato gli smartphone: le suite presenti sui Nokia, puzzle games e varianti di Solitario sono accomunati proprio dalla semplicità e rapidità di fruizione. Venendo agli smartphone, l’offerta si è naturalmente espansa: pensando a fenomeni del touchscreen inevitabile ricordare Fruit Ninja, Angry Birds o Temple Run, giusto per citarne alcuni. Persino slot come Gonzo’s Quest, protagoniste nell’offerta di operatori specializzati in rete, non hanno mai avuto problemi ad avere conversioni perfettamente ottimizzate anche per dispositivi mobili. Il genere casual, insomma, si trova perfettamente a suo agio nel mobile.

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Foto di SCREEN POST: https://www.pexels.com/it-it/foto/strada-persona-mano-smartphone-4526474/

Anche i giochi di guida si sono sempre ritagliati un loro spazio nel mobile gaming, e anche in questo caso in anticipo sugli smartphone: la visuale dall’alto ha sempre facilitato la resa visiva e i controlli di un’automobile, e su smartphone le app odierne adottano le medesime visuali dei maggiori simulatori motoristici. L’unica criticità è legata ai controlli: il touchscreen ben si presta in tal senso, ma non può avere la stessa precisione di un controller o di una periferica dedicata.

Un rilievo simile potrebbe essere fatto per gli shooter in prima persona, dove la precisione nella mira e nei movimenti è fondamentale; e invece, Call of Duty ha dimostrato come il genere FPS abbia piena cittadinanza nel mobile gaming. Nello sviluppare un’app dedicata, Call of Duty Mobile, il franchise ha inaugurato uno scenario di eSport interamente dedicato al mobile gaming: i controlli tramite touchscreen, dunque, non sono minimamente di ostacolo alla prosperità del genere su smartphone.

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Foto di Onur Binay su Unsplash

L’affinità con i puzzle game e quindi con il casual game, inoltre, ha reso facile adattare anche il genere platform al mobile gaming: i singoli livelli possono essere essenzialmente affrontati in brevi sessioni di gioco, e non è dunque un caso se icone serie platform come Rayman, Crash Bandicoot o Metal Slug abbiano ottenuto loro versioni mobili di successo.

Una conversione che invece sembra estremamente complicata per il genere open world: nonostante siano presenti tentativi in tal senso, le ampie mappe del genere mal si prestano a essere fruite da smartphone. Un tratto condiviso con lo strategico in tempo reale: le caratteristiche storiche, sviluppate prevedendo l’utilizzo di mouse e tastiera, non trovano spazio nelle versioni mobili del genere, molto più tese a valorizzare dinamiche competitive e cooperative.

Infine, discorso a parte per i titoli narrativi: la loro versione mobile non ha mai colto successi paragonabili ai titoli classici. Non che siano mancati i tentativi, anche antecedenti agli smartphone: basti pensare alle versioni mobili di saghe come Prince of Persia o Splinter Cell curate da Gameloft, storico sviluppatore mobile. L’approccio su cellulare, e poi su smartphone, era caratterizzato da uno stile molto più incentrato al platform e al puzzle, lasciando poco o nessun spazio alle componenti narrative che invece distinguevano i titoli per console tradizionale.

Insomma, tolte alcune eccezioni il mobile gaming si dimostra in grado di interpretare ottimamente la maggior parte dei generi videoludici: anche laddove questi fossero più adatti a console o PC, le versioni per smartphone non peccano certo in intrattenimento offerto, aspetto che giustifica il ruolo dominante del mobile gaming nel moderno mercato del videogioco.

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