DJI Mavic 3 è il drone di nuova generazione che ti aspetti, migliorato sotto tantissimi punti di vista, rispetto ai modelli precedenti, presenta un insieme di specifiche tecniche di altissimo livello, garantendo nel contempo prestazioni davvero uniche nel suo genere. Vediamolo da vicino nella nostra recensione completa.
Il prodotto presenta dimensioni leggermente maggiorate, chiuso è 221 x 96,3 x 90,3 millimetri, mentre aperto 347,5 x 283 x 107,7 millimetri, raggiungendo un peso di ben 895 grammi (anche se inferiore rispetto alla generazione passata). E’ interamente realizzato in plastica, con la classica colorazione che contraddistingue i prodotti dell’azienda, sebbene appaia essere più robusto e con materiali di qualità; al tatto fornisce una sensazione premium e di maggiore resistenza.
Il meccanismo di apertura dei bracci è invariato, sulla superficie troviamo un elevato quantitativo di sensori, con annessi LED di posizione e luce ausiliaria. L’unica porta USB di tipo C è presente posteriormente, con al di sotto lo slot microSD per l’espansione della memoria (ricordiamo che integra 8GB di base). Le novità più interessanti riguardano una borsa per il trasporto ingombrante, ma ricca di tasche per facilitare il posizionamento degli accessori (e super imbottita), nonché una cover migliorata per la fotocamera, in sostituzione al guscio in plastica visto fino al modello precedente. Una soluzione decisamente apprezzata, che rende riduce gli urti alla camera, ed è sicuramente più facile da installare.
La grande novità del DJI Mavic 3 è rappresentata dalla presenza di due sensori fotografici nella parte anteriore, realizzati in collaborazione con Hasselblad. Il principale è un CMOS da 20 megapixel, con apertura F2.8-11 ed equivalente ad un 24 millimetri, con zoom digitale 4X, apertura del campo visivo di 84 grammi, e messa a fuoco da 1 metro all’infinito. Al suo fianco (o più precisamente appena sotto) trova posto invece un teleobiettivo, con angolo di visuale di 15°, apertura F4,4, messa a fuoco da 3 metri, e formato equivalente di 162 millimetri, pari ad uno zoom ottico 28X.
Lo stabilizzatore è motorizzato a 3 assi, con inclinazione da -135 a 100 gradi, rollio da -45 a 45 gradi, per finire con rotazione orizzontale da -27 a 27 gradi. La velocità di inclinazione è invariata, si aggira all’incirca sui 100 gradi al secondo. In termini di controllo il DJI Mavic 3 è in linea con quanto già visto in precedenza, ha una massima velocità di salita a 8 m/s (modalità Sport) e di 6 m/s in discesa, per raggiungere una spostamento orizzontale di 19 m/s (sempre in modalità Sport ed in assenza di vento), sottolineando una resistenza a quest’ultimo di 12 m/s.
Sulla superficie trovano posto i classici sensori omnidirezionali, suddivisi in frontale da 0,5 a 200 metri, posteriore da 0,5 a 16 metri, laterale da 0,5 a 25 metri, superiore da 0,2 a 10 metri ed inferiore (ad infrarossi) tra 0,3 e 18 metri. Un sistema consolidato ed affidabile, che riconosce alla perfezione anche gli ostacoli più piccoli e sottili, sebbene si consigli sempre la massima attenzione.
Il sensore principale permette di realizzare scatti a 5280 x 3956 pixel, con ISO tra 100 e 6400, ed una velocità di scatto tra 8 e 1/8000 di secondo. Le modalità fotografiche raggiungibili passano per lo scatto singolo a 20 megapixel, con i temporizzati, ed i classici panorama. Il sensore CMOS in 4/3 permette comunque di scattare immagini in RAW a 12-bit, ed è apprezzata la possibilità di regolare l’apertura, nonché una messa a fuoco davvero rapidissima. La qualità generale degli scatti è davvero incredibile in ogni condizione di luce, con forte luminosità il sistema è stato in grado di gestire alla perfezione le sorgenti intense, bilanciando bene il bianco e proponendo immagini non troppo sature; la gamma cromatica appare essere sufficientemente ampia, con dettagli e nitidezza di alto livello.
Con poca luminosità si è notata una maggiore difficoltà generale, ad alti ISO vengono restituite immagini abbastanza rumorose, ma è molto raramente volerete in simili condizioni, dato l’essere vietato il volo notturno per legge. Nel complesso il sensore principale si è comportato alla perfezione, senza stravolgimenti rispetto alla generazione precedente.
La svolta viene portata dal teleobiettivo CMOS da 1/2 a 12 megapixel, il quale permette di ottenere scatti 4000 x 3000 pixel ed ISO tra 100 e 6400, introducendo la modalità esplorazione. Con un semplice tocco sullo schermo, sarà possibile variare lo zoom ottico attivato, realizzando immagini a 28X, con un certo rumore digitale, ma abbastanza dettagliate, stabili e definite. Una novità incredibile che amplia ancora di più i campi di utilizzo del DJI Mavic 3.
I video possono essere registrati al massimo in 4K a 60fps, da segnalare che è possibile utilizzare anche il teleobiettivo fino al 4K a 30fps, a 200Mbps. Non presentano defezioni particolari, rispetto agli eccellenti risultati che vi abbiamo già riportato in passato in casa DJI; stabilizzazione ottima, fluidità estrema e colori molto profondi. Che desiderare di più?. Dall’applicazione sono raggiungibili alcune funzioni molto interessanti, aggiunte con un recente aggiornamento, tra cui l’Active Track, MasterShots, PowerShots/QuickShots, Panorama da 100 megapixel e simili, di cui vi abbiamo già abbondantemente parlato in passato.
L’ultimo aspetto innovativo del DJI Mavic 3 riguarda l’autonomia generale, il drone viene commercializzato con batterie da 5000 mAh, che portano ad una durata del volo di circa 40 minuti (dipendentemente dalla modalità selezionata). L’autonomia è superba, un enorme passo in avanti che può spingere gli utenti ad evitare la combo con le 3 batterie, proprio perché un singolo componente potrebbe anche bastare, ricordando comunque che per ricaricarlo del 100% saranno necessarie anche 2 ore.
Un piccolo accenno anche al radiocomando, è esattamente identico a quello di cui vi abbiamo raccontato nel DJI Air 2S, sfrutta sistema di trasmissione Ocusync 3.0+, con risoluzione massima a 1080p a 60fps, e distanza massima di trasmissione a 15 chilometri (limitati a 8 in Europa). Sicuramente il miglior radiocomando di sempre per ergonomia, è abbastanza ingombrante ma si tiene molto bene in mano con una presa salda ed affidabile, comoda la possibilità di rimuovere gli stick posizionandoli inferiormente, mentre l’alloggiamento estraibile per lo smartphone è anch’esso di immediato utilizzo, grazie anche al corretto posizionamento del cavo di collegamento. Un radiocomando studiato e progettato alla perfezione, il quale garantisce circa 6 ore di utilizzo continuativo.
Che dire, il DJI Mavic 3 è il drone quasi perfetto, ha davvero tutto ciò che abbiamo sempre sperato e desiderato di vedere in un prodotto di questo tipo. La qualità degli scatti fotografici è eccellente, i video sono stabili e realizzati anche in 4K a 60fps, è stato integrato un sensore zoom, l’applicazione DJI Fly è intuitiva e ben fatta, i materiali costruttivi sono di alto livello, la batteria è quasi infinita, il radiocomando è ergonomico e ben realizzato. Non potevamo sperare di meglio.
L’unico neo? il prezzo, indubbiamente i 2800 euro necessari per l’acquisto della versione Combo sono davvero molti, rendendo il prodotto in questione inaccessibile alla maggior parte di noi. Se siete però alla ricerca del meglio del meglio, non lasciatevelo assolutamente scappare.
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