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Come dovrebbero essere i robot per vivere con gli umani senza ferirli

Robot camerieri, receptionist, infermieri e la robotica di assistenza sanitaria: tutti questi finiranno per convivere con gli esseri umani. Ma le macchine devono essere sicure e non causare danni alle persone. Per cui i ricercatori sono stati lanciati nella progettazione di strutture robotiche innovative con materiali morbidi e flessibili.

Proprio uno dei temi principali di IROS 2018, il più grande congresso mondiale sulla robotica che inizia a Madrid martedì prossimo, è il cosiddetto “soft robot”. Il Laboratorio di Robotica dipendente dell’Università Carlos III di Madrid (UC3M), ha presentato due nuovi prototipi robotici dal collo “morbido” e “flessibile” realizzato da questo laboratorio scientifico.

Si tratta di robot dal ruolo di importanza sociale, usato nel lavoro di riabilitazione dei disturbi neuronali o come braccio robotico nelle cucine adattate alle persone disabili. Ma questi robot sono noti anche per le loro abilità sociali e di interazione, o di azione in ambienti come habitat sottomarini, robot di soccorso, infrastrutture di ispezione o veicoli autonomi.

 

La ragione dei materiali morbidi

C’è una doppia inclinazione. Da un lato, per ragioni di sicurezza per l’assorbimento degli urti, dall’altro, per facilitare le manovre al robot dotandolo di strutture meno rigide che lo aiutano a muoversi in ambienti complessi. Se la testa del robot subisce un colpo, il materiale morbido lo assorbe molto meglio che se è rigido, e impedisce anche che l’impatto sia doloroso per quelli che colpiscono un robot.

Il materiale flessibile consente inoltre al robot di accedere a siti più stretti o raggiungere scenari difficili e gestire situazioni di salvataggio in cui un robot rigido può funzionare molto male. 

Sulla popolarizzazione dei robot umanoidi nella vita di tutti i giorni, gli scienziati ritengono sia qualcosa di “un po’ distante“, soprattutto a causa dei problemi che la locomozione bipede implica. Le due grandi sfide nello sviluppo della tecnologia umanoide sono il miglioramento dei sensori e degli “attuatori” (motori) con i quali il robot finisce per implementare le azioni.

Ma si prevede una realtà in arrivo, ovvero la divulgazione di piattaforme di intelligenza artificiale che renderanno la vita molto più facile. La tecnologia ci farà facilmente riconoscere i comandi vocali o le immagini, si occuperà in prima persona di sapere chi siamo, i nostri gusti o il modo in cui viviamo. 

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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