Industria Tech

L’intelligenza artificiale di Google consente ai robot di imparare a riconoscere oggetti

Google AI, divisione di Google dedicata allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, è pienamente fiduciosa del fatto che il modo in cui i bambini imparano a riconoscere gli oggetti rappresentai un elemento chiave per gli algoritmi di addestramento. In questo senso, la compagnia ha annunciato che sta lavorando ad uno strumento di intelligenza artificiale che permetterà ai robot di conoscere le caratteristiche di un oggetto semplicemente osservandolo e manipolandolo.

Tutto questo è stato spiegato da Eric Jang, un ingegnere informatico presso Google AI, e da Coline Devin, ricercatrice interna presso l’Università di Berkele, in una pubblicazione sul blog della divisione. Gli esperti hanno affermato di basare il loro studio sull’apprendimento umano quando interagiscono con il loro ambiente, dal momento che afferrare un oggetto offre molte informazioni a riguardo.

Nel rapporto di ricerca, Jang e Devin spiegano: “In robotica, questo tipo di apprendimento è attivamente studiato perché consente ai sistemi robotici di apprendere senza la necessità di grandi quantità di dati di addestramento o supervisione manuale (…). Usando questa forma di auto-monitoraggio, i robot possono imparare a riconoscere gli oggetti mediante modifiche visive nella scena“. 

Il team AI di Google e la start up X Robotics hanno progettato un braccio robotico in grado di afferrare involontariamente gli oggetti, imparandone le rappresentazioni durante l’interazione. Queste rappresentazioni hanno portato infine alla morsa “intenzionale” degli oggetti scelti dai ricercatori.

 

L’apprendimento mediante rinforzo

La tecnica dell’intelligenza artificiale utilizzata per questo studio era l’apprendimento mediante rinforzo, poiché utilizza i premi per dirigere l’agente robotico verso gli oggetti indicati. In questo modo, il braccio robotico ha preso gli oggetti, li ha analizzati con la sua fotocamera e, alla fine, ha risposto alle domande di riconoscimento di base poste dagli esperti.

Infine, l’algoritmo è riuscito a implementare un sistema di percezione che estraeva informazioni importanti sugli elementi analizzati attraverso le immagini prima dell’impugnatura e, quindi, osservando l’oggetto da un punto isolato.

I ricercatori dicono che il passo successivo è imparare ad usare la rappresentazione del robot per integrare le abilità più complesse come riconoscimento di un oggetto ad una distanza senza perdere le proprietà originali dell’algoritmo.

D'Orazi Dario

Recent Posts

La dopamina e il cuore: un legame cruciale nella risposta allo stress

La dopamina, spesso associata al piacere e alla ricompensa, svolge un ruolo chiave non solo nel cervello, ma anche nella…

20 Dicembre 2024

Recensione Hands-On: Beyerdynamic Aventho 300

Beyerdynamic ha portato il suo rinomato approccio ingegneristico da studio nel mondo wireless con le Aventho 300, delle cuffie over-ear…

20 Dicembre 2024

Sviluppato il primo occhio bionico: ripristina la vista bypassando i nervi ottici danneggiati

Il mondo della scienza ha raggiunto un traguardo rivoluzionario con lo sviluppo del primo occhio bionico capace di ripristinare la…

20 Dicembre 2024

Neuroscienza dello shopping: cosa ci spinge a comprare?

Le nostre scelte d'acquisto non sono mai completamente razionali. Dietro ogni decisione di acquisto, infatti, si nasconde un complesso intreccio…

19 Dicembre 2024

Recensione Synology BeeStation: il prodotto per creare un cloud personale

Synology è azienda conosciuta in tutto il mondo per la produzione di dispositivi legati al segmento NAS, di cui vi abbiamo ampiamente…

19 Dicembre 2024

Una svolta nella ricerca dei numeri primi: scoperto un nuovo metodo

La matematica dei numeri primi, da sempre fonte di fascino e mistero, ha appena compiuto un importante passo in avanti.…

19 Dicembre 2024