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11 settembre: identificati metaboliti che potrebbero curare i primi soccorritori da malattie polmonari

Il World Trade Center fa ancora parlare di sé. L’incidente terroristico dell’11 Settembre 2001, ha lasciato gravi lesioni fisiche nei primi soccorritori. Ma una speranza arriva da alcuni ricercatori che hanno sviluppato uno studio per prevedere se i soccorritori svilupperanno una malattia polmonare. I ricercatori della School of Medicine della New York University affermano che alcuni metaboliti, come gli acidi grassi omega-3, potrebbero aumentare la protezione contro le malattie ostruttive delle vie respiratorie (OAD), una patologia riscontrata in molti soccorritori del World Trade Center.

La presenza di questi metaboliti ha permesso al team di prevedere la malattia con un’accuratezza del 93,3 % dei casi, il che significa che potrebbero essere la base per progettare un test clinico. “Il nostro nuovo lavoro mostra che alcuni metaboliti possono effettivamente proteggere i primi soccorritori dalla perdita della loro funzione polmonare”, ha affermato la ricercatrice senior dott.ssa Anna Nolan, professore associato presso il Dipartimento di Medicina presso la NYU Langone Health.

“Combinando i risultati dei nostri studi fino ad oggi, siamo più vicini a prevedere chi subisce un danno polmonare”. Per lo studio il team ha esaminato campioni di sangue di 14.000 vigili del fuoco dell’11 Settembre e lavoratori EMS. Studi precedenti avevano già chiarito che gli acidi grassi omega-3 hanno contribuito a ridurre le infezioni polmonari secondarie associate al fumo. Ciò può significare che gli acidi grassi potrebbero fare lo stesso per i malati di OAD.

 

La salute dei soccorritori è indispensabile per la sopravvivenza

I risultati si basano anche sull’altro studio del team, che ha scoperto che alcuni fattori di rischio di malattie cardiache – come il colesterolo alto e lipertensione – potrebbero prevedere lo sviluppo della disfunzione polmonare tra i primi soccorritori dell’11 Settembre. “La sopravvivenza dei primi soccorritori dipende dalla loro salute”, ha dichiarato l’investigatore capo George Crowley.

“È incredibilmente importante per i medici analizzare la presenza o l’assenza di determinati metaboliti nel sangue di questi pazienti subito dopo un disastro, e utilizzare i risultati per aiutarli a curarli”. Per ricerche future, il team prevede di studiare le lesioni dei vasi sanguigni tra i primi soccorritori del World Trade Center per vedere se potrebbe essere un segno precoce di problemi cardiaci.

Paola Tammaro

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