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Ecco le 5 migliori scoperte spaziali dell’estate 2021

Questa estate che volge ormai al termine ha regalato molte soddisfazioni ad astronomi ed astrofisici. Ma soprattutto questi caldi mesi sono stati davvero fondamentali per le esplorazioni del rover Perseverance e dell’elicottero Ingenuity sull’arido Marte. Ma vediamo quali sono state le 5 migliori scoperte scientifiche di questa estate 2021.

 

1. Il primo volo controllato su un altro pianeta: il successo di Ingenuity

Anche se il primo volo è avvenuto in primavera, ovvero esattamente alle 12:52 di lunedì 19 aprile 2021, i voli del Mars Helicopter Ingenuity della NASA ci hanno emozionato anche nei mesi successivi.

È stato emozionante seguire in diretto il team del Jet Proprulsion Laboratory ricevere i dati relativi al successo del primo volo controllato e motorizzato, in autonomia su un altro pianeta. L’elicottero è decollato con successo dalla superficie marziana, ma il team ne ha avuto la certezza solo 4 ore dopo. Questo è infatti il tempo necessario perché i dati raggiungano la Terra da Marte.

Ma una volta ricevuti i dati da Ingenuity la NASA ha avuto la conferma che il volo è avvenuto ed Ingenuity si è librata con successo a 3 metri sopra la superficie di Marte ed è poi atterrata con successo. Un evento incredibile che apre una nuova era dell’esplorazione marziana, quella in volo sulla sua superficie, spostandosi liberamente e velocemente sul Pianeta Rosso.

 

2. Betelgeuse non esplode per il momento: svelato il mistero dell’oscuramento

Secondo recenti studi l’oscuramento di Betelgeuse sarebbe da imputarsi principalmente ad una nuvola di polveri stellari legata alla breve comparsa di un punto freddo sulla superficie stellare. Alcuni risultati dello scorso anno hanno mostrato che uno strato esterno della stella, chiamato fotosfera, aveva iniziato ad accelerare in modo non uniforme verso l’esterno proprio prima che Betelgeuse iniziasse a offuscarsi. Al suo apice, la fotosfera si muoveva a circa 7 km/s, invertendo la spinta verso l’esterno mentre l’oscuramento della stella diventava più drammatico.

I ricercatori hanno suggerito che mentre la stella si espandeva in uno dei suoi normali cicli, una porzione della superficie accelerava molto più rapidamente, grazie a una cella di convezione che aveva viaggiato dall’interno della stella alla sua superficie. Questi due eventi combinati hanno provocato un eruzione di materiale sufficiente a raffreddare la stella e a creare la nube che ha causato l’oscuramento.

Il team di ricerca dell’ESO ha dunque concluso che una bolla di gas è stata espulsa e spinta verso fuori dalla pulsazione verso l’esterno della stella. Quando sulla superficie è apparsa una macchia fredda guidata dalla convezione, la diminuzione della temperatura locale è stata sufficiente per condensare gli elementi più pesanti (come il silicio) in polvere solida, formando un velo polveroso che ha oscurato la luminosità della stella nel suo emisfero meridionale.

 

3. Grazie a Juno abbiamo volato sopra Ganimede

Mentre la NASA si preparava al successivo sorvolo di Giove da parte della sonda Juno, il Jet Propulsion Laboratory (JPL) di Pasadena, rilasciava un video mozzafiato dell’ultimo sorvolo di Juno su Ganimede.

La sonda ha effettuato un passaggio molto ravvicinato sulla luna più grande di Giove, spingendosi più vicino ad essa di qualsiasi altra navicella spaziale negli ultimi vent’anni. Il video mostra dunque gli scorci mozzafiato che Juno ha catturato sia del gigante gassoso che della della sua luna ghiacciata.

Il filmato, della durata di 3 minuti e 30 mostra l’avvicinamento di Juno a Ganimede. La sonda ha sorvolato la luna gioviana ad una velocità relativa di 67.000 km/h, mantenendosi entro i 1.038 chilometri dalla superficie.

Le immagini mostrano molte delle regioni chiare e scure della luna di Giove (si ritiene che le regioni più scure derivino dalla sublimazione del ghiaccio nel vuoto circostante, lasciandosi dietro residui scuriti) così come il cratere Tros, che è tra le più grandi e luminose cicatrici osservabili su Ganimede.

 

4. Il successo di Perseverance: finalmente un campione

Sembra che finalmente il rover Perseverance della NASA sia riuscito a raccogliere un campione di roccia su Marte. La NASA afferma infatti che il secondo tentativo del rover di raccogliere rocce marziane è avvenuto con successo, come mostrano le immagini che il rover ha inviato al centro di controllo. Una serie di scatti mostra infatti un campione intatto nel tubo.

Il campione è stato raccolto il 1 settembre 2021 (il 190° sol, o giorno marziano, della missione), nell’unità geologica “Crater Floor Fractured Rough” nel Jezero Crater. Il team ha soprannominato la roccia “Rochette” ed il punto sulla roccia in cui è stato estratto il campione “Montdenier”.

Si tratta quindi di un vero successo, soprattutto dopo l’amara delusione del primo tentativo che, dopo un foro perfetto, aveva lasciato una provetta vuota e del campione si è persa ogni traccia.

 

5. Una supernova inaspettata

Fino ad ora un particolare tipo di supernova, ovvero una supernova con collasso del nucleo innescata da una fusione, era stata solo teorizzata dagli scienziati, ma ora sembra che abbiano avuto l’opportunità di osservarlo indirettamente per la prima volta.

L’osservazione è stata possibile grazie al Very Large Array Sky Survey con il quale gli astronomi hanno acquisito le prove dell’esplosione prematura di una stella in supernova. Sembra che l’esplosione sia avvenuta a causa della collisione con un oggetto estremamente compatto, probabilmente una stella di neutroni o un buco nero. Questa collisione avrebbe dato vita ad una supernova con collasso del nucleo innescata da una fusione.

I ricercatori ritengono che in un lontano passato il sistema fosse composto da due stelle orbitanti una vicino all’altra. Ad un certo punto una delle due stelle è esplosa in supernova, lasciano al suo posto un buco nero o una stella di neutroni. I due oggetti celesti si sarebbero poi avvicinati sempre di più fino a che il buco nero o la stella di neutroni non ha iniziato a strappare strati dalla stella sorella, creando un grande disco di gas attorno al sistema e accelerando la loro collisione.

Alla fine i due oggetti sono finiti per collidere e la stella del sistema è collassata innescando un’esplosione di supernova. In particolare, il crollo ha rilasciato un getto relativistico di materiale che ha provocato anche il getto di raggi X osservato nel 2014. L’emissione radio è stata invece prodotta anni dopo ed osservata nel 2017. Il getto radio è stato infatti emesso quando il materiale della supernova si è schiantato contro il disco di gas attorno al sistema.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Valeria Magliani

Instancabile giramondo, appassionata di viaggi, di scoperte e di scienza, ho iniziato l'attività di web-writer perché desideravo essere parte di quel meccanismo che diffonde curiosità e conoscenza. Dobbiamo conoscere, sapere, scoprire e viaggiare, il più possibile. Avremo così una vita migliore, in un mondo migliore.

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