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5G e coronavirus: una petizione in Australia chiede lo stop alla sperimentazione

La teoria secondo cui il 5G sia in grado di diffondere il coronavirus sta facendo il giro dei social media. Questa bizzarra idea, ha probabilmente iniziato a prendere piede quando un medico belga, durante un’intervista tenuta queste gennaio, collegò i presunti pericoli derivanti dall’uso della tecnologia 5G al virus. Da allora, queste teorie hanno iniziato a diffondersi soprattutto attraverso numerosi gruppi Facebook, come Stop5G Australia (con oltre 31.700 membri), in cui si notano molti post che pretendono di aver rilevato un legame tra 5G e coronavirus.

Il problema è che, in mancanza di qualsivoglia evidenza scientifica a loro sostegno, diffondere queste informazioni non è solo sbagliato, ma estremamente pericoloso. Dalla settimana scorsa, almeno 20 antenne della rete telefonica mobile nel Regno Unito sono state bruciate o vandalizzate. Il rappresentante della rete mobile MobileUK ha pubblicato una lettera aperta in cui afferma: “Abbiamo riscontrato casi di violenza da parte di persone che hanno dato fuoco alle antenne, causando un’interruzione delle comunicazioni abbastanza problematica e diffondendo false informazioni che suggeriscono un legame tra coronavirus e rete 5G“.

 

In una situazione già molto difficile molti cercano di trovare un nemico: in questo caso, il bersaglio sembra essere il 5G

Ad onor del vero, in molti si sono mobilitati per cercare di sfatare e screditare queste pericolose dicerie, incluso il ministro delle comunicazioni, della sicurezza informatica e delle arti australiano Paul Fletcher. Tuttavia, non si tratta di un processo semplice, dal momento che numerosissimi gruppi e personaggi pubblici continuano a darne adito: l’attore Woody Harrelson e la cantante Keri Hilson hanno entrambi condiviso contenuti con i fan che suggeriscono un collegamento tra 5G e COVID-19. Si tratta di un comportamento piuttosto irresponsabile, soprattutto se consideriamo la mancanza di prove scientifiche a sostegno di queste teorie.

Pertanto, sembra che la partita contro il coronavirus debba per forza di cose giocarsi anche sul piano della tanto discussa tecnologia 5G, anche se a ben rifletterci tutto ciò ha del surreale. Sono addirittura state indette delle petizioni in Australia con cui si chiede al governo di interrompere i lavori di installazione delle infrastrutture del 5G, dal momento che secondo queste persone esse potrebbero “influenzare negativamente il nostro sistema immunitario“; un’affermazione, quest’ultima, per la quale non ci sono alcune evidenze scientifiche. Tuttavia, la petizione avrebbe già raccolto più di 27.000 firme.

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