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Acne: un nuovo composto per combattere le imperfezioni

L’acne è una condizione fin troppo comune anche se per alcuni risulta passeggiera mentre per altri può diventare un problema fin troppo a lungo termine. Come spesso in questi casi, non ci sono trattamenti miracolosi e validi per tutte le persone. Ciò che funziona per alcuni potrebbe non andare bene per altri o potrebbe durare poco, o avere l’effetto opposto. Ora per sembra esserci un nuovo composto antibatterico in grado di cambiare il modo di combattere questa infiammazione.

L’acne è causata dal batterio Cutibacterium acnes che è in grado di sviluppare resistenza proprio ai trattamenti che si tentano di usare per contrastarlo. Ora si sta pensando di utilizzare la narasina, un elemento di fatto già utilizzato sugli animali da allevamento per ridurre il rischio di infezioni. Al momento non dovrebbe essere in grado di resistere l’agente patogeno.

 

Un nuovo composto contro l’acne

La parte più importante dell’utilizzo della narasina contro l’acne però è il sistema di rilascio. Si parla di un rilascio di nanoparticelle tramite minuscole capsule più piccole della circonferenza dei capelli umani andando a colpire i batteri nelle profondità dei pori. Inoltre, si presenterebbe sotto forma di test il gel con la capacità di rimanere stabile fino a un mese permettendo una risposta continuata. I ricercatori stanno lavorando per rendere questo trattamento utilizzabile il più presto possibile.

Le parole dei ricercatori: “La formulazione micellare è stata efficace nel fornire narasina ai siti bersaglio dell’acne, al contrario della soluzione composta che non è riuscita a permeare attraverso gli strati della pelle. L’acne colpisce gravemente circa il 9,4% della popolazione mondiale, soprattutto adolescenti, e provoca angoscia, imbarazzo, ansia, scarsa fiducia in se stessi e isolamento sociale tra chi ne soffre. Sebbene ci siano molti farmaci orali prescritti per l’acne, hanno una serie di effetti collaterali dannosi e molti sono scarsamente solubili in acqua, motivo per cui la maggior parte dei pazienti e dei medici preferisce i trattamenti topici.”

Giacomo Ampollini

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