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Africa: diffuso un fungo killer che estingue numerosi anfibi

Un fungo killer, che ha causato la malattia più grave della fauna selvatica in tutta la storia, si sta diffondendo in tutta l’Africa più velocemente di quanto si pensasse, portando ad una maggiore estinzione di anfibi. Descritta per la prima volta alla fine degli anni ’90, l’infezione fungina chiamata chytridiomycosis ha attraversato il continente ricco di diversità in poco più di due decenni, probabilmente alimentata dai viaggi aerei e dal commercio di animali e cibo.

Notizie minacciose dallo studio suggeriscono che un lignaggio del fungo ritenuto benigno è più comune e forse più virulento di quanto si pensasse in precedenza. Finora non è esistito nessun agente patogeno che potesse causare una cosa simile. Mentre la maggior parte degli agenti patogeni ammala o uccide un numero limitato di specie, questo fungo è un generalista in tutti gli anfibi e funziona molto bene.

 

Fungo killer trovato in Africa che porta all’estinzione degli anfibi

Per fortuna questo fungo killer non può attaccare i mammiferi. In termini di scala, la malattia umana più vicina alla chitridiomicosi è la peste nera, riferendoci all’epidemia di peste bubbonica a metà del XIV secolo che uccise un terzo della popolazione europea in cinque anni. La devastante estinzione degli anfibi sta causando innumerevoli problemi negli ecosistemi di tutto il mondo. Le rane e le salamandre si nutrono di zanzare che causano malattie e altri insetti, tenendo sotto controllo le loro popolazioni. Forniscono anche cibo per rane più grandi, serpenti e alcune specie di uccelli.

I risultati dello studio sono davvero importanti in quanto gli esperti per l’Africa hanno avuto sempre un punto interrogativo. Il continente ospita oltre 1.200 delle 8.592 specie di anfibi riconosciute al mondo, rendendolo un punto di riferimento chiave per misurare l’impatto della chitridiomicosi. Gli anfibi, una specie in grado di vivere sia sulla terra ferma che nell’acqua, sono costituiti da tre gruppi: rane, salamandre e cecilie. I ricercatori sono fiduciosi, in quanto hanno analizzato alcune specie infette, ma che per fortuna non sono morte. Ciò che protegge gli animali resistenti, tuttavia, rimane poco chiaro.

 

Una minaccia per gli ecosistemi di tutto il mondo

Le spore del fungo presente nell’acqua penetrano nella pelle di rane e salamandre. Entro 24 ore, il fungo può produrre migliaia di spore in più che vengono rilasciate nell’acqua, dove nuotano utilizzando una struttura filiforme chiamata flagello. Il fungo uccide facendo crescere la pelle di un anfibio fino a 40 volte il suo spessore normale, rendendo difficile la respirazione degli animali e provocandone la disidratazione. Alla fine, molti soffrono di condizioni che fanno fermare il loro cuore. Il primo esempio conosciuto del fungo in tutto il mondo risale al 1933 ed è stato trovato in Camerun.

A partire da poco prima degli anni ’60, il fungo era presente in meno del 5% dei campioni studiati durante ogni decennio. Poi la sua presenza è bruscamente salita al 17,2% nel 2000. Lo studio ha riportato che il fungo si sta diffondendo particolarmente rapidamente in Camerun e Kenya. Per i ricercatori la diffusione del fungo Bd è un promemoria del fatto che inizialmente non si era reso conto di quanto fosse una minaccia per le rane. L’enorme declino delle popolazioni di anfibi potrebbe finire per cambiare un’esperienza umana fondamentale.

Foto di Jill Wellington da Pixabay

Marco Inchingoli

Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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