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L’Africa si sta dividendo in due e gli scienziati indagano su come ciò avverrà

L’Africa si sta lentamente spaccando in due. Non possiamo fare nulla per impedirlo, ma i ricercatori sono al lavoro per capire come ciò avverrà. L’est del continente è segnato da una delle più grandi spaccature del mondo, ma nonostante si tratti di una delle più colossali fratture in una placca tettonica, la scienza sa molto poco di quale sia il movimento di questa insolita deformazione.

 

La profonda spaccatura in Africa

Per cercare di rispondere ad alcuni dei quesiti riguardo a questa zona e colmare le nostre lacune su questa enorme e profonda frattura, un team di ricercatori ha studiato la zona utilizzando la mappatura GPS e complessi modelli al computer.

Questa frattura è conosciuta come East African Rift System (EARS), una zona di spaccatura continentale attiva che si estende verso il basso per migliaia di chilometri da nord a sud attraverso l’Etiopia, il Kenya, la Repubblica Democratica del Congo, l’Uganda, il Ruanda, il Burundi, lo Zambia, la Tanzania, il Malawi ed il Mozambico.

L’EARS è effettivamente una crepa nella placca africana che potrebbe dividere il continente in due placche di cui una più piccola, la placca somala, e una più grande, la placca nubiana. Queste due zone si stanno infatti allontanando l’una dall’altra ad un ritmo lentissimo, con un movimento di soli pochi millimetri ogni anno. Ma per quanto lento, il movimento sembra essere inesorabile. Fortunatamente ci vorranno milioni e milioni di anni prima che si verifichi la potenziale rottura.

Quella che invece è una conseguenza attuale di questo inesorabile movimento, è l’attività sismica determinata dalla EARS. Nei punti in cui la litosfera è particolarmente sottile, possono infatti formarsi enormi crepe nel terreno e spesso si verificano terremoti.

Ci sono due teorie principali su quali siano i movimenti della EARS. Secondo la prima teoria, a spiegare il fenomeno potrebbero essere le forze di galleggiamento litosferiche, delle forze relativamente poco profonde attribuite principalmente alla superficie del sistema della frattura e alle variazioni nella densità della litosfera. La seconda teoria invece coinvolge forze molto più profonde, cioè il movimento di scorrimento orizzontale del mantello terrestre in profondità, proprio sotto l’Africa orientale.

 

Lo studio approfondito sulla EARS

D. Sarah Stamps, professoressa associata presso il Dipartimento di Geoscienze del Virginia Tech College of Science, insieme ai suoi colleghi, ha recentemente studiato le EARS utilizzando modelli computerizzati e dati satellitari GPS per mappare il movimento della superficie con precisione millimetrica.

Le loro scoperte suggeriscono la EARS sia guidata sia dalle forze superficiali della litosfera che dalle forze più profonde del mantello, ma in modi molto diversi. Le forze di galleggiamento litosferiche contribuiscono alla diffusione della spaccatura da est a ovest, correndo perpendicolarmente alla direzione della frattura.

Tuttavia, le forze agiscono anche sulla fessura in una direzione parallela, da nord a sud, grazie al superpennacchio africano, una caratteristica profonda sotto l’Africa sudoccidentale che porta un flusso di materiale del mantello dal confine nucleo-mantello. Questo scorre in direzione nord-est attraverso il continente, diventando più superficiale man mano che si estende verso nord.

In altre parole, parte del movimento dietro la fessura verticale che attraversa l’Africa orientale è il flusso verso nord di materiale del mantello in profondità sotto la superficie, mentre viene allargato da est a ovest dalle forze all’interno della sua litosfera.

“Il flusso del mantello non sta guidando quindi la direzione est-ovest, perpendicolare alla spaccatura di alcune delle deformazioni, ma potrebbe causare l’anomala deformazione verso nord parallela alla spaccatura”, ha spiegato Tahiry Rajaonarison, ricercatore post-dottorato presso New Mexico Tech.

Foto di Arek Socha da Pixabay

Fonte: Journal of Geophysical Research: Solid Earth 

Valeria Magliani

Instancabile giramondo, appassionata di viaggi, di scoperte e di scienza, ho iniziato l'attività di web-writer perché desideravo essere parte di quel meccanismo che diffonde curiosità e conoscenza. Dobbiamo conoscere, sapere, scoprire e viaggiare, il più possibile. Avremo così una vita migliore, in un mondo migliore.

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