Nel 1971, con la missione lunare Apollo 14, la NASA inviò nello spazio circa 500 semi di diverse specie di alberi. I semi girarono intorno alla luna 34 volte prima di tornare sulla Terra, dove furono poi piantati in diversi punti del Pianeta. Ma dove sono finiti ora questi semi? Negli anni ’70 i semi furono piantati sulla Terra e da essi nacquero degli alberi che la NASA chiama “Moon Trees”, alberi lunari.
Dagli anni ’70 ad oggi purtroppo circa un terzo di questi alberi lunari sono morti. Ad oggi ne rimangono 83 di cui la maggior parte sono negli Stati Uniti, due si trovano in Sud America e uno in Europa. La collezione comprende sequoie, abeti Douglas, sicomori, storaci americani e una particolare specie di pino molto comune nel sudest degli Stati Uniti, il Pinus taeda.
Nella missione Apollo 14, mentre gli astronauti Alan Shepard e Edgar Mitchell camminavano sulla Luna, Stuart Roosa orbitava attorno ad essa nel modulo di comando che conteneva il kit con i semi. Alcuni semi di controllo invece rimasero sulla Terra per fare un confronto con quelli che erano stati attorno alla Luna.
Durante la missione, i semi sono stati classificati e smistati. Purtroppo durante la procedura di decontaminazione, dopo che l’equipaggio è tornato a terra, il contenitore in cui si trovavano i semi è esploso, lasciandone molti inutilizzabili per l’esperimento. Ma i semi rimasti intatti diedero vita a delle piantine, che furono piantate in diversi punti nel mondo.
La NASA affido i semi alle cure del Servizio Forestale degli Stati Uniti, che li tenne sotto osservazione finché non germogliarono. Nel corso degli anni successivi, le piantine furono poi poste nel terreno in diversi luoghi.
Uno di questi alberi lunari fu piantato in occasione del Bicentenario degli Stati Uniti, nel 1976. In un telegramma alle cerimonie per la semina dell’albero, l’allora presidente Gerald Ford disse: “Questo albero che è stato portato dagli astronauti Stuart Roosa, Alan Shepard e Edgar Mitchell nella loro missione sulla Luna, è un simbolo vivente del nostro spettacolare essere umano e dei risultati scientifici. È un giusto tributo al nostro programma spaziale nazionale che ha messo in luce il meglio del patriottismo, della dedizione e della determinazione degli americani per il successo.”
A mostrarci dove si trovano oggi gli alberi lunari rimasti, è la dottoressa Michele Tobias dell’Università della California Davis, che ha creato una mappa dettagliata degli alberi lunari in tutto il mondo.
La dottoressa Tobias ha iniziato il suo progetto nel 2016 quando, come ha raccontato lei stessa, “ho saputo di Moon Trees guardando un episodio di Huell Howser sulla televisione pubblica KVIE e poi ho visitato quello sul terreno del Campidoglio della California. In seguito ho saputo da mia zia che mio nonno faceva parte dell’equipaggio di telemetria che ha recuperato la missione Apollo 14 che trasportava i semi che sarebbero diventati gli Alberi della Luna”.
Da qui è nata la sua decisione di mettersi alla ricerca degli alberi rimasti e creare una mappa. Per portare al termine il suo lavoro, si è avvalsa del lavoro realizzato dell’ex astronauta David Williams. Visto che ormai tutta la vicenda degli alberi lunari era ormai quasi dimenticata, persino dalla stessa NASA, Williams, con una sua missione personale nel 1996, decise di trovarli e catalogarli tutti.
Iniziò con un elenco di 22 alberi lunari e alla fine ne aveva rintracciati 80, anche se di questi 21 sono morti. Altri tre sono stati recentemente aggiunti alla lista, portando il totale a 83, ma un terzo albero ora è morto.
Un Pinus taeda è stato piantato alla Casa Bianca e altri alberi sono stati piantati in Brasile, Svizzera e presentati, tra gli altri, all’imperatore del Giappone. Sono stati piantati alberi anche a Washington Square a Philadelphia, a Valley Forge, nella International Forest of Friendship e in varie università e centri della NASA. Il primo albero della luna, un sicomoro, fu piantato nel 1974 a Camp Iti Kana, un sito ricreativo utilizzato dalle Girl Scouts del Mississippi.
Ph. Credit: Michele M. Tobias, via Twitter
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