Tra le numerose malattia da stile di vita che possiamo andare incontro alla nostra vita, la più frequente è senza dubbio il diabete, nello specifico quello di tipo 2. Esso è favorito dalla presenza di alcuni fattori di rischio, come un’eccessiva e squilibrata alimentazione, dove vengono favoriti grassi e carboidrati, poca o assente attività fisica, altri fattori come alcol o fumo.
Questa malattia è dovuta però principalmente dall’assenza o dalla poca disponibilità di insulina nel nostro organismo, un ormone peptidico che ha come principale funzione quello di controllare e ridurre la quantità di zuccheri presente nel sangue.
Le cellule deputate alla produzione di insulina sono quelle nel pancreas, specificamente le cellule beta, raggruppate in gruppi chiamati isole di Langerhans. Quando le cellule beta non funzionano, si ha l’insorgenza del diabete di tipo 2.
Recentemente, un gruppo di ricercatori dell’Università di Ginevra hanno scoperto che è possibile stimolare la produzione di insulina in altri gruppi di cellule del pancreas che non hanno questo compito o possibilità. Nello specifico, gli scienziati hanno lavorato non sulle cellule beta, bensì su quelle alfa, che producono un ormone, il polipeptide pancreatico.
Nello specifico, sono stati aggiunti due geni a queste cellule alfa, tra cui quelli che inducono nelle cellule beta la produzione di insulina, e infine raggruppati nelle isole di Langerhans. Dopo una settimana da questa modifica cellulare artificiale, il 30% delle cellule alfa era in grado di produrre insulina, con risultati ancora maggiori nelle cellule gamma. Senza dubbio, questa scoperta, fatta per ora soltanto sui topi, potrebbe essere un punto di inizio per ulteriori studi contro il diabete.
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