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Alghe e i dubbi sulla loro efficacia contro il cambiamento climatico

Le alghe stanno venendo sempre più viste come una possibile soluzione contro il cambiamento climatico, o meglio un modo per mitigare gli effetti delle nostre attività continuando a metterne in atto. Ci sono dei dubbi però, sia sulla loro capacità di assorbire l’anidride carbonica, sia per quanto riguarda la coltivazione per un uso alimentare. Recenti studi hanno prodotto numeri interessanti da analizzare.

Per esempio, per riuscire ad assorbire 1 gigatonnellata di anidride carbonica in un anno, servirebbe una distesa di alghe che copre un milione di chilometri di oceano. Attualmente, secondo le previsione e i modelli utilizzati, bisognerebbe riuscire ad arrivare ad assorbire 13 gigatonnellate di CO2 ogni anno. Lo sforzo per riuscirsi sarebbe impossibile da questo punto di vita visto che non ci sono abbastanza zone costiere dove coltivare tutte queste alghe.

 

Le alghe per salvare il pianeta, ma come?

Le parole dei ricercatori del MIT: “Lo scopo di questo lavoro non è sostenere l’ampia diffusione di allevamenti di alghe su una parte sostanziale degli oceani globali, poiché prevediamo che ciò comporterebbe compromessi inaccettabili per la salute degli oceani, ma piuttosto valutare la distribuzione geografica e il potenziale dell’allevamento di alghe offshore per produrre biomassa da raccogliere su scale rilevanti per il clima.”

Ci sono altri studi più pessimisti riguarda l’uso delle alghe per cercare di ridurre la presenza di anidride carbonica nell’aria. Secondo uno studio della National Academy of Sciences, Engineering, and Medicine degli Stati Uniti, a ricoprire tutte le coste del paese con queste piante acquatiche ci sarebbe un assorbimento di appena 0,03 gigatonnellate, un numero infinitesimale rispetto a quello che servirebbe.

Giacomo Ampollini

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