Foto di Keith Mapeki su Unsplash
Nel mondo si sta diffondendo l’allarme per i frutti di mare esportati dalla Filippine. Si parla di un produttore di oltre 4 milioni di tonnellate di questi alimenti, non troppi, ma comunque l’undicesimo paese al mondo per volumi. L’allarme viene lanciato perché i molluschi pescati nelle acque tropicali in questi sembrano essere infestati da due particolari alghe microscopiche, tossiche. L’effetto di queste due è soprattutto legato a una perdita di memoria.
Queste alghe sono diatomee, organismi unicellulari che dispersi nell’ambiente sono utili in quando vanno a produrre ossigeno, ma sono di fatto tossiche per l’uomo. Producono l’acido domoico che è si può accumulare nei frutti di mare. È una neurotossina e di fatto non è una novità della sue presenza. Il problema principale è che le attività dell’uomo hanno portato ad aumento di queste alghe con il risultato di una sovrapproduzione dell’acido.
Le alghe, nello specifico pseudo-nitzschia punges e pseudo nitzschia brasiliana sono stati trovati in molti campioni prelevati in alcuni allevamenti della zona. Sapendo questo è possibile circoscrivere i lotti di alimenti spediti in giro per il paese e il mondo, ma è un lavoro titanico.
Le parole degli esperti filippini: “È importante essere consapevoli del potenziale tossico di queste diatomee e monitorarle di conseguenza, ma tali sforzi devono iniziare stabilendo la loro presenza nelle nostre acque. Il problema nasce in alcuni specifici allevamenti. Forse la prima fioritura locale di queste alghe registrata ha avuto luogo al largo dell’isola di Cebu, ma la sua identità specifica non è stata determinata. Più di recente, a maggio 2023, è stata rilevata un’altra fioritura vicino a Pangasinan, nell’isola di Luzon, composta da più specie.”
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