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Il silenzio degli alieni: gli extraterrestri potrebbero comunicare attraverso le onde gravitazionali

Un gruppo di scienziati sostiene che gli extraterrestri possono essere dotati di una tecnologia avanzata in grado di generare onde gravitazionali. Attraverso questi strumenti, sostengono gli scienziati, potrebbe essere possibile trovare una civiltà avanzata all’interno della Via Lattea.

L’Universo è troppo vasto e poco esplorato, ragion per cui è difficile per la comunità scientifica escludere totalmente l’esistenza di altre forme di vita al di fuori del Sistema Solare. Inoltre, diversi scienziati difendono l’esistenza di altre forme di vita, basate sul crescente numero di pianeti extrasolari scoperti.

Queste forme di vita – che potrebbero trovarsi su Marte, l’esotico Titano (luna di Saturno) o anche il torrido Venere – non sono state ancora trovate. La ricerca è stata vana, ma gli scienziati non si arrendono e vanno alla ricerca di nuove teorie che spieghino il silenzio di questi esseri.

 

Il silenzio degli alieni

Uno dei principali problemi evidenziati dagli scienziati per giustificare questo silenzio è la mancanza di conoscenza e tecnologia umane per riconoscere e rintracciare i segnali di esseri alieni, spesso chiamati bioassinature.

In un nuovo tentativo di trovare la vita extraterrestre, un team di scienziati, guidato da Marek Abramowicz dell’Università di Göteborg in Svezia, suggerisce che questi esseri potrebbero essere dotati di una tecnologia in grado di generare onde gravitazionali.

Queste onde, inizialmente previste da Albert Einstein, sono ondulazioni deboli che si propagano nel tessuto spazio-temporale e possono essere formate da fenomeni violenti come collisioni di stelle o buchi neri. Sullo sfondo, queste increspature sono come le onde generate da una roccia che cade in un lago.

Sebbene queste onde fossero già state teorizzate durante il ventesimo secolo, la loro osservazione diretta sulla Terra avvenne solo nel 2015. Questi fenomeni continuano ad essere studiati oggi, essendo considerati una finestra scientifica per l’Universo.

Sulla base di questo fenomeno, Abramowicz e il suo team sostengono che un piccolo cambiamento operativa nell’antenna della missione LISA – rilevatore spazio delle onde gravitazionali progettato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) previsto al rilascio nel 2034 – sarebbe sufficiente a permettere a questa missione anche la ricerca di segni di civiltà extraterrestri avanzate.

Secondo gli scienziati, questo piccolo cambiamento in tale mega-rivelatore potrebbe anche consentire la scoperta di una civiltà avanzata all’interno della Via Lattea. “La nostra esistenza nell’universo è il risultato di una rara combinazione di circostanze. E lo stesso deve essere vero per qualsiasi civiltà extraterrestre avanzata“, si legge nello studio, i cui risultati sono stati resi disponibili su Arxiv.org. “Se ci sono degli [esseri alieni] nella Via Lattea, è probabile che siano sparsi su grandi distanze nello spazio e nel tempo. Tuttavia, [gli extraterrestri] certamente conoscono la proprietà unica del nostro centro galattico: ospita un enorme buco nero che si trova il più vicino e accessibile a noi“.

Una civiltà sufficientemente avanzata potrebbe aver messo una tecnologia nell’orbita di questo buco nero, con lo scopo di studiarla, estrarre energia o anche per scopi di comunicazione. In entrambe le opzioni, il suo moto orbitale sarà necessariamente una fonte di onde gravitazionali.

In parole povere: gli esperti ritengono che il centro della Via Lattea sarebbe il luogo ideale per mettere un “faro” che trasmetta messaggi al resto della galassia. Un tale dispositivo, sosteneva Abramowicz, dovrebbe inviare i messaggi di questi esseri attraverso le onde gravitazionali perché “una volta emesse, queste onde viaggiano attraverso lo spazio senza essere praticamente disturbate“.

Questo faro, che gli scienziati chiamavano il “messaggero”, dovrebbe avere le dimensioni e la massa di Giove per contenere abbastanza energia per rendere disponibili le comunicazioni. In queste condizioni, sostengono gli scienziati, lo strumento “potrebbe sostenersi per alcuni miliardi di anni ed emettere continuamente un segnale inequivocabile di onde gravitazionali che sarebbero osservabili con i rilevatori di tipo LISA“.

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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