La sonda Hayabusa 2 è la prima sonda automatica inviata dalla Terra verso lo spazio. Automatica perché è in grado di viaggiare da sola, sbarcare sull’asteroide autonomamente e viaggiare su esso per raccoglierne frammenti in modo autonomo. E’ stata costruita dall’agenzia spaziale giapponese JAXA ed è stata lanciata nel dicembre 2014 per raggiungere l’asteroide 162173 Ryugu nel giugno 2018.
Come indicato dal suo nome il suo intento è seguire la linea della sonda Hayabusa lanciata nel 2003 che dopo 7 anni ha riportato sulla Terra frammenti dell’asteroide 25143 Itokawa. Anche Hayabusa 2 deve riportare entro il 2020 dei frammenti rocciosi dell’asteroide appartenente alla fascia principale Ryugu.
Scoperto nel 1999, deve il suo nome alla mitologia giapponese. Il dio drago del mare risiede nel palazzo Ryūgū-jō dove nasconde il suo inestimabile tesoro. E’ ritenuto da molti esperti come un asteroide pericoloso a causa delle sue importanti dimensioni.
La sonda parte dall’idea della Hayabusa 1 ma ovviamente ha delle migliorie: sistema propulsivo ad idrazina costituita da 4 propulsori ionici allo xeno. Ha un’antenna radio ad alto guadagno e delle ruote di reazione che conferiscono un migliore assetto alla struttura. E’ la prima sonda dotata di completa autonomia, si ricarica infatti tramite i pannelli solari presenti nella sua superficie.
Al suo interno è presente un lander di nome MASCOT costruito in fibra di carbonio con la collaborazione degli studi condotti sulla sonda europea Rosetta. Ha una parte in alluminio per la protezione delle schede elettroniche e due antenne omnidirezionali per comunicare con la navicella madre. E’ dotato inoltre di un microscopio a infrarosso, una fotocamera, un magnetometro e un radiometro.
La sonda è dotata anche di 3 piccoli rover MINERVA denominati 1A, 1B e 2. 1A e 1B lavorano simultaneamente sono dotati entrambi di fotocamera e microfono in modo da registrare immagini e suoni in stereofonia. Recentemente la stazione aerospaziale giapponese ha ricevuto l’ultimo video registrato dai rover di 15 immagini e numerose immagini 3D.
I rover si muovono saltellando sulla superficie dell’asteroide e ogni salto dura 15 minuti con una potenza di 15 metri (50 piedi). Questi due hanno lasciato la sonda madre circa una settimana fa mentre il rover 2 la lascerà nei primi dieci giorni di ottobre 2018.
Tutti e tre collaboreranno per cercare del materiale interessante nella superficie e poterlo inviare poi sulla Terra. La missione di collezione durerà circa un anno e mezzo e l’intera navicella con il materiale raccolto torneranno sulla Terra nel 2020.
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