L’allergia all’acqua, scientificamente conosciuta come orticaria acquagena, è una condizione rara ma debilitante che colpisce un numero limitato di individui. Si tratta di una reazione avversa del sistema immunitario all’acqua, manifestandosi attraverso sintomi cutanei variabili e spesso invalidanti. Questa condizione è la stessa che ha colpito Tessa, una ragazza di 25 anni della California, da quando ha 8 anni. Una condizione rara che colpisce circa 250 persone nel mondo e che le impedisce addirittura di bere, come soffrire quando piange o suda.
L’allergia all’acqua è una condizione in cui il sistema immunitario reagisce in modo eccessivo e anormale al contatto con l’acqua, sia essa fredda o calda. Questa reazione può variare in intensità e può manifestarsi come prurito, arrossamento e gonfiore della pelle, simili ai sintomi di un’orticaria. I sintomi comuni di questa allergia includono la comparsa di rash cutanei, orticaria e prurito immediatamente dopo il contatto con l’acqua. In alcuni casi più gravi, potrebbero comparire vesciche o bolle sulla pelle. I sintomi possono durare da pochi minuti a diverso minerale, a seconda della gravità della reazione.
La ragazza usciva dall’acqua e aveva lividi su tutto il corpo e il suo cuoio capelluto sanguinava addirittura. La madre della ragazza, un medico di famiglia, è stata a scoprire la rara condizione della figlia, dopo anni di test e dispute tra specialisti. Questa tipologia di orticaria si sviluppa rapidamente dopo che la pelle entra in contatto con l’acqua, indipendentemente dalla sua temperatura. Ancora sconosciute le cause della patologia, che colpisce più comunemente le donne. Si ritiene che possa essere legata a una reazione del sistema immunitario a particolari componenti dell’acqua, come minerali o sostanze chimiche disciolte. Tuttavia, questa è ancora una zona di ricerca attiva.
La diagnosi solitamente può essere complessa e richiede l’attenzione di un allergologo esperto. Saranno condotti test cutanei e di laboratorio specifici per verificare la presenza di questa condizione. È fondamentale sottoporsi a una diagnosi accurata per garantire un trattamento adeguato. Attualmente, non esiste una cura definitiva per l’allergia all’acqua. Tuttavia, ci sono strategie di gestione che possono aiutare a ridurre i sintomi. Questi possono includere l’uso di antistaminici per alleviare il prurito e l’orticaria. Inoltre, alcune persone possono trovare sollievo nell’evitare il contatto diretto con l’acqua, utilizzando ad esempio tecniche di lavaggio a secco o detergenti specifici.
La ragazza non riesce neanche a berla l’acqua perché sennò si sente bruciare e proprio per questo beve soprattutto il latte, la cui parte acquosa è controbilanciata da grassi e proteine. Tiene a bada i cattivi odori radendosi e usando il deodorante dove può, perché anche le alternative all’acqua non le giovano. Un calvario quotidiano che ha spinto la ragazza a lanciare una colletta su GoFundMe per riuscire a pagare le spese mediche e guardare al futuro. Tessa sogna di diventare infermiera e riprendere cosi la sua vita. L’aspetto psicologico può essere altrettanto rilevante, con il rischio di isolamento sociale e di compromissione dell’autostima. Nonostante non esista una cura definitiva, con il giusto approccio è possibile migliorare la qualità della vita delle persone affette da questa particolare condizione.
Foto di PublicDomainPictures da Pixabay
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