Foto di Alina Grubnyak su Unsplash
Il morbo di Alzheimer non è curabile, difficilmente prevedibile in quanto non si conosce appieno il percorso dietro l’origine, ma si può limitarne l’avanzata. Con questo obiettivo in mente, riuscire ad avere una diagnosi precoce permette di mettere in atto trattamenti in grado di rallentare il declino inevitabile. Se quindi da un lato ci sono ricerche che sperano un giorno di trovare una reale cura, dall’altra si prova anche a migliorare i sistemi di diagnosi. Una nuova ricerca sembra aver trovato qualcosa in merito.
Un team di ricerca internazionale sembra aver collegato il modo con cui respiriamo con una diagnosi di Alzheimer prima della comparsa di altri sintomi. Il cervello necessità ossigeno costante e analizzando l’ossigeno dell’organo con il flusso sanguigno hanno notato come le persone con la patologia presentavano un flusso interrotto e poco efficace.
Le parole dei ricercatori: “Questa è una scoperta interessante, a mio parere rivoluzionaria, che potrebbe aprire un mondo completamente nuovo nello studio del morbo di Alzheimer. Molto probabilmente riflette un’infiammazione, forse nel cervello, che una volta rilevata può probabilmente essere curata e gli stati gravi di Alzheimer potrebbero essere prevenuti in futuro. Mostriamo risultati chiari del nostro approccio e di come l’Alzheimer possa essere rilevato in modo semplice, non invasivo e poco costoso.”
L’idea ora è di studiare su molti più volontari questo sistema legato alle frequenze respiratorie. In caso di risultati positivi, si rafforzerebbe l’ipotesi che il morbo di Alzheimer sia legato a un problema nel funzionamento del sistema vascolare che arriva al cervello.
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