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Il morbo di Alzheimer è una delle due malattie tipicamente associate all’età di cui si sente parlare, ma che non ha una cura. Proprio per l’assenza di trattamenti adeguati, gli studi in merito continuano senza sosta ogni anno. Una nuova ricerca, per esempio, ha da poco confermato il fatto che le donne hanno una maggiore possibilità di soffrirne rispetto agli uomini.
In realtà questa possibilità già era data per assodata tanto che si parla di praticamente una possibilità doppia rispetto all’altro sesso, lo studio in questione però sembra anche aver capito il motivo. La colpa sarebbe da attribuire prevalentemente agli ormoni e allo squilibrio che si crea successivamente alla menopausa. Per scoprirlo non fatto altro che tenere sotto controlli proprio alcuni ormoni per capire come il corpo reagiva.
Le parole di uno degli autori, il dottor Zaidi Mone, professore alla Mount Sinai School of Medicine di New Tork: “Sulla base di questa teoria, il nostro team ha cercato gli ormoni femminili che sono cambiati drasticamente durante la menopausa e ha testato quale ormone attiva selettivamente il percorso C/EBPβ/AEP. Durante la menopausa, la concentrazione sierica di FSH aumenta fortemente, legandosi al recettore FSH affine sui neuroni e attivando la via C/EBPβ/AEP. Ciò si traduce in patologie Aβ e Tau, che portano allo sviluppo di AD.”
La manipolazione ormonale di alcuni topi di laboratorio, nello specifico inattivare la via C/EBPβ/AEP, ha mitigato alcuni dei sintomi legati proprio al morbo di Alzheimer. Si tratta di una scoperta che se approfondita potrebbe portare a un miglioramento dei trattamento. Il problema è non renderla l’ennesima scoperta senza poi una messa in pratica sull’uomo.
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