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Alzheimer: l’effetto di un noto sonnifero sulla malattia

Il morbo di Alzheimer continua a rimanere una malattia complicata dove si possono guardare diversi spunti per trovare risposte e al tempo stesso non riuscire a risolvere niente. Attualmente la malattia si può solo trattare mitigandone il decorso grazie a trattamenti nuovi o anche scoprendo vecchi farmaci che in realtà interagiscono positivamente con la malattia. Di recente è stato scoperto che un sonnifero comune ha la capacità di andare a ridurre il tipico accumulo di proteine nel cervello.

La scoperta è stata fatta da una piccola ricerca condotta dai ricercatori della Washington University di St. Louis hanno scoperto che le persone che assumono il suvorexant vivevano un minore accumulo delle proteine beta-amiloide e tau, proteine legate proprio al morbo di Alzheimer. Uno studio importante perché sottolinea ancora una volta l’importanza del sonno in relazione a questa malattia.

 

Un sonnifero comune contro il morbo di Alzheimer

La ricerca si è concentrata su un gruppo di 38 volontari tra i 45 e i 65 anni a cui è stato dato il sonnifero o un placebo. Mentre dormivano sono stati fatti dei test raccogliendo piccoli campioni di liquido cerebrospinale. Monitorando il sonno non sono state trovate differenze nella qualità del sonno, ma il gruppo che avevano preso il suvorexant hanno sperimentato un accumulo ridotto del 10% delle proteine in questione.

Le parole dei ricercatori: “Se si riesce a ridurre la fosforilazione della tau, potenzialmente ci sarebbe una minore formazione di grovigli e una minore morte neuronale. Spero che alla fine svilupperemo farmaci che sfruttino il collegamento tra sonno e Alzheimer per prevenire il declino cognitivo. Non ci siamo ancora”.

Giacomo Ampollini

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