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Alzheimer: l’iniezione di ormoni della crescita dietro la malattia

Secondo un nuovo studio, il morbo di Alzheimer è collegato strettamente all’inizio dell’ormone della crescita da piccoli. Nello specifico si parla di una pratica ormai in disuso da anni che prevedeva l’iniezione di tale sostanza ricavata però dal cervello di persone già decedute. Il risultato è la malattia Creutzfeldt-Jakob, una condizione cerebrale mortale e degenerativa causata da una proteina mal ripiegata nota come prione.

Questo in precedenza, con il nuovo studio anche l’Alzheimer sembra essere legato a tale pratica. Negli individui trovati che hanno ricevuto tale pratica, la maggior parte ha sviluppato questa versione della malattia anche prima dei cinquant’anni, altri avevano sintomi lievi e altri asintomatici ma presenti come l‘atrofia cerebrale. In generale, un rischio più alto rispetto alla popolazione normale.

 

Alzheimer: una nuova origine?

Questa non è l’unica origine della malattia. L’Alzheimer, ormai, è stato collegato a numerose origini. In questo caso diventerebbe una malattia da prione, la più nota è la mucca pazza per esempio, ma ci sono tanti altri esempi come il kuru, una malattia specifica dei cannibali della Papua Nuova Guinea. Proseguire con la ricerca prendono questa strada potrebbe quindi portare a nuove strategie, nuovi trattamenti per una malattia che al momento non presenta cure, ma solo farmaci in grado di mitigare i sintomi.

Le parole degli autori dello studio: “La misura in cui i meccanismi simili ai prioni sono coinvolti nella patogenesi dell’Alzheimer può avere importanti conseguenze sulle strategie terapeutiche. La presenza di demenza ad esordio precoce in queste persone non potrebbe essere facilmente spiegata da altri fattori, come la disabilità intellettiva infantile, la radioterapia cranica, condizioni mediche di base o il deficit dell’ormone della crescita”

Giacomo Ampollini

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