Un nuovo studio statunitense ha fatto una nuova scoperta. L’uso di sonniferi per dormire può potenzialmente ridurre l’accumulo di proteine tossiche nel fluido che pulisce il cervello durante la notte. I partecipanti allo studio che hanno assunto un farmaco specifico, suvorexant, hanno sperimentato una leggera riduzione di due proteine, l’amiloide-beta e il tau, che si accumulano nel morbo di Alzheimer.
È ormai noto e assodato che i disturbi del sonno possono essere un segnale precoce della malattia di Alzheimer, che si manifesta soprattutto con la perdita di memoria e il declino cognitivo. I livelli anomali di amiloide-beta si presentavano abbastanza fin da subito nei primi stadi della malattia e si accumulano formando placche che ostruiscono le cellule cerebrali. Secondo questo ragionamento, gli esperti ritengono che promuovere il sonno possa aiutare a prevenire la patologia, permettendo al cervello di riposare e di eliminare le proteine residue e i rifiuti del giorno.
Lo studio ha coinvolto un gruppo di volontari di età compresa tra i 45 e i 65 anni, che hanno ricevuto una delle due dosi del sonnifero o una pillola placebo. I ricercatori hanno raccolto campioni di liquido cerebrospinale ogni due ore per 36 ore, per misurare come i livelli di proteine cambiavano. La dose più alta di suvorexant ha momentaneamente ridotto i livelli di tau iperfosforilata, una forma modificata della proteina tau legata alla formazione di grovigli di tau e morte cellulare.
Le parole dei ricercatori: “Se riesci a ridurre la fosforilazione della tau, potenzialmente ci sarebbe meno formazione di grovigli e meno morte neuronale. Spero che alla fine svilupperemo farmaci che sfrutteranno il legame tra il sonno e l’Alzheimer per prevenire il declino cognitivo. Non ci siamo ancora arrivati.”
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