Nonostante la sua missione si sia conclusa nel 2017, la sonda Cassini continua a fornire agli scienziati importanti dati sugli anelli di Saturno. Grazie al suo spettrometro di mappatura visibile ad infrarossi (VIMS) la sonda ha potuto raccogliere alcune informazioni di essi. I ricercatori hanno pubblicato le loro osservazioni in un articolo pubblicato il 13 Giugno.
I dati raccolti dalla sonda includono importanti dettagli sulle caratteristiche degli anelli, dal loro aspetto fisico al modo in cui probabilmente si sono formati. Questi risalgono al periodo che va da Dicembre 2016 a Settembre 2017, durante le Ring Grazing Orbits e il Grand Finale di Cassini, quando la sonda ha volato appena sopra le nuvole di Saturno mentre esauriva il proprio carburante.
Le immagini rivelano come queste caratteristiche, dal colore alla temperatura, varino attraverso gli anelli. Inoltre essi, nominati dalla A alla G in ordine di scoperta, sono un aiuto per studiare i processi astrofisici che hanno modellato il Sistema Solare.
Una delle caratteristiche che gli scienziati hanno subito notato, era una serie di strisce molto simili tra loro sull’anello F. Dato che esse sembravano avere tutte la stessa lunghezza e orientamento, gli scienziati hanno immaginato che esse siano state causate da una serie di oggetti che ha colpito l’anello in un unico momento. Ciò è la prova che l’anello è modellato da un flusso di materiale che orbitano attorno a Saturno stesso piuttosto che da detriti cometari.
L’autore principale e scienziato Cassini Matt Tiscareno del SETI Istituto a Mountain View, California, ha affermato: “Questi nuovi dettagli su come le lune stanno scolpendo gli anelli in vari modi forniscono una finestra sulla formazione del sistema solare, dove anche i dischi si evolvono sotto l’influenza delle masse incorporate all’interno di essi“.
Inoltre, le immagini dei primi anelli hanno mostrato grandi differenze tra le loro trame, che variano da lisce a striate. Tiscareno ha aggounto: “Questo ci dice che il modo in cui appaiono gli anelli non è solo una funzione di quanto materiale ci sia. Deve esserci qualcosa di diverso nelle caratteristiche delle particelle ma sappiamo ancora di cosa si tratta“.
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