Gregory Dipple dell’Università della British Columbia a Vancouver, sta conducendo dal 2019 degli interessanti studi che potrebbero contribuire a risolvere il problema dell’anidride carbonica in eccesso nell’atmosfera terrestre che causa il riscaldamento globale ed i cambiamenti climatici.
Il sito delle ricerche è la miniera id diamanti della De Beers di Gahcho Kué, appena a sud del Circolo Polare Artico, una miniera a cielo aperto immersa nel ghiaccio e circondata da laghi.Qui Dipple ed il suo team stanno cercando di utilizzare i rifiuti di roccia frantumati della miniera per intrappolare l’anidride carbonica per l’eternità.
Il team di Dipple ha fatto fluire nei rifiuti minerari, una miscela di CO2 e azoto gassoso simulando unp scarico diesel. In 2 giorni i rifiuti hanno aspirato la CO2 e l’hanno trasformata in minerali a base di carbonio. Per questo processo potrebbero essere usati una vasta gamma di rifiuti rocciosi e fangosi derivanti dall’estrazione mineraria e dai processi industriali su larga scala. Queste rocce reattive possono sia catturare il gas che immagazzinarlo, intrappolandolo permanentemente in un minerale solido.
Riuscendo a rendere questo processo di facile attuazione ed economicamente fattibile, si potrebbe trovare contemporaneamente la soluzione a due diversi problemi ambientali, l’alta concentrazione di CO2 atmosferica e il problema dello smaltimento dei rifiuti industriali. Fino ad ora infatti i rifiuti solidi industriali sono stati immagazzinati dietro fragili dighe e ammucchiate in cumuli di rifiuti, e questo costituisce una minaccia per gli ecosistemi e per l’essere umano.
Dipple ed i suoi studenti hanno testato, a Gahcho Kué, un modo per accelerare il processo di immagazzinamento dell’anidride carbonica nei rifiuti minerari. Questi sono stati versati nìin una colonna alta 6 metri e vi è stata poi pompata una miscela di gas con un 10% di CO2 e il 90% di azoto, la stessa miscela che esce dallo scarico della centrale diesel locale che alimenta la miniera. I rifiuti hanno assorbito l’anidride carbonica in 44 ore e l’hanno resa solida, imprigionata all’interno dei rifiuti. Il processo è dunque avvenuto 200 volte più velocemente di quanto non accada con gli agenti atmosferici naturali.
Per ora l’unico freno a questa nuova tecnologia per catturare anidride carbonica dall’atmosfera è il suo costo. Spostare i rifiuti, mescolarli ed eseguire tutti gli altri passaggi per accelerare la mineralizzazione aumenterebbe probabilmente il costo tra 55 e 500 dollari per tonnellata di CO2 immagazzinata. Inoltre trasportare i rifiuti e processarli, produrrebbe comunque un notevole quantitativo di anidride carbonica.
Dipple afferma che sono al lavoro per “capire i compromessi. La dimensione del problema è di decine di miliardi di tonnellate di CO2 all’anno. L’unico modo per affrontarlo è creare un’industria sulle dimensioni dell’industria del petrolio e del gas. Ci sono rifiuti più che sufficienti per farlo.La domanda è: come lo si può fare in modo da ottenere un vantaggio ambientale netto?”
Quando si troverà la chiave per questo compromesso tra ambiente e spese per le aziende e per i governi e non appena il metodo sarà messo a punto per ottenere risparmio, funzionalità e facilità di attuazione, allora potremo forse aver trovato una soluzione per ridurre le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera.
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