Recenti scavi condotti a Città del Messico, la capitale messicana, hanno portato alla luce un villaggio che era stato “perduto” per circa 1500 anni. La ceramica rinvenuta in questo sito, situato a 2,4 chilometri dal centro della città, indica che il villaggio risale approssimativamente al 450-650 d.C. e potrebbe aver ospitato una vasta comunità di artigiani.
Questo insediamento appena scoperto potrebbe essere emerso tra il 100 e il 650 d.C. durante la “ruralizzazione” di Teotihuacán, il più grande centro urbano della Mesoamerica, che fiorì sulle alture ora corrispondenti a Città del Messico.
Le prime tracce dell’esistenza di questo villaggio risalgono agli anni ’60, quando l’archeologo Francisco González Rul le individuò durante lavori nella capitale messicana. Si suppone che il villaggio scoperto possa essere stato uno dei diversi insediamenti che sostenevano la propria vita attraverso l’agricoltura di sussistenza e la pesca, mantenendo legami commerciali con Teotihuacán.
Basandosi sulla ceramica scavata oltre 50 anni fa, Francisco González Rul aveva già suggerito che in questo luogo avrebbero vissuto pescatori e raccoglitori autosufficienti.
Le ceramiche ora scoperte potrebbero rivelare informazioni importanti sul commercio con Teotihuacán, secondo Michael Smith, direttore del Laboratorio di Ricerca di Teotihuacán presso l’Università Statale dell’Arizona. “Per decorare le pareti delle loro case e dei templi, i teotihuacani utilizzavano la stessa tecnica dell’affresco usata da Michelangelo per dipingere la Cappella Sistina“, ha aggiunto il professore di archeologia.
Gran parte dell’ampia architettura di Teotihuacán rimane sepolta, ma il sito è in gran parte intatto grazie alla mancanza di costruzioni moderne e sarà completamente riportato alla luce.
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