La navicella spaziale Orion della NASA ha lasciato l’orbita lunare iniziando il suo percorso di rientro sulla Terra. Ma prima dell’addio di Orion alla Luna, il team della missione Artemis I ha eseguito alcune manovre e numerosi test sulla navicella e sul suo volo, in modo da raccogliere dati che saranno fondamentali per le successive missioni e per riportare l’uomo sulla Luna.
Il 30 novembre, 15° giorno della missione Artemis I, il team di terra ha fatto eseguire ad Orion un’operazione di mantenimento dell’orbita, pianificata per mantenere la traiettoria del veicolo spaziale e diminuire la sua velocità prima della sua partenza dalla lontana orbita lunare.
Durante questa manovra di burn, Orion ha utilizzato sei dei suoi propulsori ausiliari sul modulo di servizio europeo che l’anno spinta per 95 secondi. Inizialmente la manovra di burn avrebbe dovuto avere una durata più breve, ma il team di Artemis I ha deciso di allungare i tempi della manovra per aggiungere obiettivi di test alla missione. Il burn di 95 secondi ha infatti fornito dati aggiuntivi sui propulsori e il riscaldamento radiativo sulle ali del pannello solare del veicolo spaziale.
Dopo i test e le manovre dei giorni scorsi, ieri Orion ha lasciato la sua lontana orbita lunare iniziando ufficialmente il suo viaggio di ritorno verso casa. Il veicolo spaziale ha completato con successo la manovra di distant retrograde departure burn alle 15:53 CST (22:53 ora italiana), accendendo il suo motore principale per 1 minuto e 45 secondi per posizionare il veicolo spaziale sulla rotta giusta per il passaggio ravvicinato sulla Luna prima del suo rientro.
La manovra ha cambiato la velocità di Orion di circa 498 km/h ed è stato eseguito utilizzando il motore principale di Orion sul modulo di servizio europeo. Si tratta di un motore del sistema di manovra orbitale opportunamente modificato per l’uso su Orion e costruito da Aerojet Rocketdyne.
Questo burn è una delle due manovre necessarie prima dell’ammaraggio di Orion nell’Oceano Pacifico l’11 dicembre. Il secondo avverrà lunedì 5 dicembre, quando il veicolo spaziale volerà a 127 km sopra la superficie lunare ed eseguirà il flyby di ritorno.
I team hanno anche scelto di aggiungere quattro ulteriori obiettivi di test al viaggio di ritorno di Orion sulla Terra per raccogliere ulteriori dati sulle capacità del veicolo spaziale. Due valuteranno se l’apertura e la chiusura di una valvola del gruppo di controllo della pressione influisce su una bassa velocità di perdita in quel sistema; un terzo dimostrerà la capacità di Orion di eseguire manovre di assetto alla velocità necessaria per un test su Artemis II; e il quarto metterà alla prova la sua capacità di volare in una modalità di controllo dell’assetto a tre gradi di libertà, in contrasto con la modalità a sei gradi di libertà in cui vola di solito.
Nel frattempo, mentre il viaggio della navicella Orion continua, la NASA continua a estendere le sue relazioni con i suoi partner internazionali per esplorare la Luna con le missioni Artemis. Si continuano dunque i progetti per la realizzazione del Gateway, un avamposto polivalente in fase di sviluppo che orbiterà attorno alla Luna fornendo supporto essenziale per l’esplorazione lunare a lungo termine. La stazione lunare orbitante sarà infatti realizzata dalla NASA in collaborazione con l’ESA, l’Agenzia Spaziale Canadese e l’Agenzia Giapponese per l’Esplorazione Aerospaziale.
Ph. Credit: NASA – Artemis I
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