Ormai sembra che l’Artico sia costantemente sotto assedio dalle fiamme, anche se così non sembrerebbe. La colpa è degli incendi zombie. Di cosa si tratta? Semplicemente che ci sono fiamme che continuano a bruciare sotto la coltre di ghiaccio e neve. Con l’arrivo dell’estate tutto questo si è sciolto rivelando nuovamente la piaga.
Secondo i dati di monitoraggio della regione, gli incendi di quest’anno sono i peggiori da 17 anni a questa parte. Il problema è ovviamente ambientale in quanto nella sola prima metà del mese di luglio hanno liberato tanto carbonio quanto Cuba o la Tunisia annualmente. In generale, da giugno sono stati avvistati almeno 100 incendi diversi.
Le parole di Dorothy Peteet, esperta del Goddard Institute for Space Studies della NASA: “La distruzione della torba con il fuoco è preoccupante per tanti motivi. Quando gli incendi bruciano gli strati superiori di torba, la profondità del permafrost può aumentare, ossidando ulteriormente la torba sottostante”.
A seguire questa situazione ci pensa il Copernicus Atmosphere Monitoring Service. Secondo quest’ultima organizzazione, come detto, sono 100 gli incendi i quali sono nati a seguito delle fiamme che venivano covate sotto il ghiaccio invernale. Con l’aumento delle temperature e lo scioglimento dei ghiacci, le fiamme hanno ripreso a bruciare la vegetazione circostante.
“Sappiamo che le temperature nell’Artico sono aumentate a un ritmo più veloce della media globale, e condizioni più calde / secche forniranno le giuste condizioni affinché gli incendi crescano quando sono iniziati. Il nostro monitoraggio è importante per aumentare la consapevolezza degli impatti su scala più ampia degli incendi e delle emissioni di fumo che possono aiutare le organizzazioni, le imprese e gli individui a pianificare in anticipo gli effetti dell’inquinamento atmosferico.”
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