Circa metà della popolazione mondiale di asini potrebbe essere spazzata via nei prossimi cinque anni, a causa di milioni e milioni di persone che trafficano questi animali per le loro pelli, allo scopo di soddisfare la crescente domanda di medicina tradizionale cinese. Si stima infatti che annualmente siano richiesti circa 4,8 milioni di pelli d’asino per produrre un intruglio molto popolare nella medicina tradizionale cinese chiamato “ejiao“. Al ritmo attuale, l’intera popolazione globale di asini verrebbe dimezzata nei prossimi cinque anni.
Dati alla mano, risulta che le popolazioni di asini in Brasile sono diminuite del 28% dal 2007, del 37% in Botswana e del 53% in Kirghizistan, e si teme che anche le popolazioni situate in Kenya e Ghana possano essere messe in serio pericolo dal commercio della loro pelle. Il rapporto rivela inoltre il modo in cui gli asini, spesso trafugati dalle comunità che su di loro fanno affidamento per il proprio sostentamento, vengono trasportati: percorrono lunghi viaggi senza cibo nè acqua. Solo il 20% di essi sopravvive.
“Le brutalità perpetrate ai danni di questi animali sono scioccanti“, ha dichiarato Faith Burden, direttore della ricerca e del supporto operativo presso il Donkey Sanctuary. “Il fenomeno è molto più esteso di quanto pensassimo“. La domanda è così alta che persino gli esemplari gravidi, i più giovani e addirittura quelli malati o feriti vengono massacrati, alla luce del fatto che età, sesso e ferite non incidono sulla fruibilità della loro pelle.
Le pelli di asino sono usate per produrre una gelatina, ingrediente chiave dell’ejiao, molto usato nella medicina tradizionale cinese per migliaia di anni; si ritiene comunemente che questa “medicina” migliori la circolazione sanguigna e curi malattie come l’anemia. Il numero di asini in Cina è a causa di ciò diminuito del 76% dal 1992 e il paese si è addirittura rivolto ad altri Stati per colmare il divario. Il Donkey Sanctuary ha affermato che per reintegrare la popolazione globale di asini siano necessari investimenti sul loro allevamento, ma potrebbero essere necessari vent’anni per raggiungere i livelli richiesti dall’industria dell’ejiao.
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