Governi, enti governi e privati stanno da tempo studiando un modo efficace per difendersi contro eventuali pericoli provenienti dallo spazio. Non si parla di certo di alieni, ma semplicemente di rocce vaganti la cui traiettoria potrebbe essere proprio il nostro pianeta. Si ipotizzano diversi sistemi, ma apparente ce n’è uno alquanto efficace contro un asteroide anche se finora non è stato preso in considerazione seriamente.
Si parla dell’uso di semplici, per modo di dire, missili nucleari. Per molto tempo sono stati ignorati perché si pensava che un eventuale distruzione di questo tipo avrebbe solo portato alla creazione di molti frammenti che sarebbero poi piovuti sempre sulla Terra facendo altri danni; c’è da dire che una distruzione sparsa e relativamente meglio del totale annichilimento.
Quello che è cambiato rispetto a prima è che sono state fatte molte simulazioni nelle quali il 99% dei frammenti finivano per mancare il pianeta. Le simulazioni sono state fatte su un asteroide con un diametro di ben 100 metri, un mostro la cui caduta libera è abbastanza per scenari apocalittici.
Le parole di Patrick King del laboratorio di fisica applicata della John Hopkins University: “In poche parole, per un oggetto di 100 metri che è proiettato per colpire la Terra, se impieghiamo una solida tecnica di interruzione nucleare almeno un mese prima dell’impatto, possiamo impedire che il 99% o più della massa impattante colpisca la Terra. Creando diversi frammenti invece di un singolo impatto, è possibile che moltiplichiamo la minaccia. D’altra parte, l’interruzione ha i suoi vantaggi e l’interruzione potrebbe avere successo dove una deviazione potrebbe non esserlo. Tutto questo fa parte del processo di valutazione.”
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