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AstraZeneca, novità sulla terza dose: i livelli di difesa buoni

Parlare di vaccini in questo periodo vuol dire anche parlare di eventuali terzi dosi, un argomento ormai scottante anche a livello internazionale. Secondo nuove analisi portate avanti nel Regno Unito, a livello di AstraZeneca quest’ultime potrebbero non servire, perlomeno non sul medio periodo. A suggerirlo ci ha pensato proprio l’amministratore delegato dell’azienda.

Il discorso viene fatto non tanto sui livelli di anticorpi che per AstraZeneca sono sempre risultati particolarmente bassi rispetto agli altri vaccini, ma delle altre difese fornite dal vaccino. Nello specifico si parla dei linfociti T che sembrano suscitare una risposta immunitaria valida nei confronti del coronavirus, soprattutto proprio in rispetto a Moderna e Pfizer, due trattamento basati su una tecnologia diversa.

 

AstraZeneca: la terza dose del vaccino

Le parole di Pascal Soriot, amministratore delegato di AstraZeneca, la casa farmaceutica anglo-svedese: “Speriamo che il vaccino fornisca una protezione a lungo termine. La scienza finora suggerisce che il nostro vaccino fornisce una forte risposta delle cellule T, il che spero significhi che i suoi effetti dureranno più a lungo. Quindi sembra buono, ma non sappiamo ancora con certezza se avrai bisogno di un richiamo. Il tempo passerà raccontare.”

C’è da dire si tratta di dati ovviamente non conclusi e mancano molte informazioni che per forza di cose non si possono avere a neanche un anno dall’inizio dei piani vaccinali nei vari paesi del mondo. Questo vale per AstraZeneca così come per tutti gli altri vaccini. Capire se serve una terza dose è di assoluta importanza per cercare di continuare a uscire dalla pandemia.

Giacomo Ampollini

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