Il vaccino di AstraZeneca, sviluppato in collaborazione con l’Università di Oxford, non è risultato essere il trattamento che ci si aspettava. In generale ha un’efficacia di molto inferiore agli altri vaccini già approvati e in aggiunta non è indicato per gli over 55. Adesso, grazie a un nuovo studio, è risultato che il vaccino è meno efficace nei confronti del ceppo sudafricano del coronavirus.
La ricerca è stata portata avanti dall’Università del Sud Africa in collaborazione con l’Università di Oxford. I risultati sono chiari e sembra che la protezione minore sia più evidente nei casi lievi della malattia causata dal SARS-CoV-2, il Covid-19.
Le parole del portavoce di AstraZeneca: “In questo piccolo studio di fase I / II, i primi dati hanno mostrato un’efficacia limitata contro la malattia lieve principalmente a causa della variante B.1.351 sudafricana. Tuttavia, non siamo stati in grado di accertare adeguatamente il suo effetto contro malattie gravi e ospedalizzazione, dato che i soggetti erano prevalentemente giovani adulti sani. L’Università di Oxford e AstraZeneca hanno iniziato ad adattare il vaccino contro questa variante e avanzeranno rapidamente attraverso lo sviluppo clinico in modo che sia pronto per la consegna autunnale se necessario.”
Come viene sottolineato, una volta trovato un ceppo generalmente più resistente ai trattamenti disponibili, riuscire a produrre una variante del vaccino adatta anche nei confronti degli altri ceppi risulta più semplice. C’è da dire che si spera che ora per l’arrivo di autunno la maggior parte della popolazione in Europa sia stata vaccinata così da ridurre al minimo la possibilità di contagio, anche nonostante l’efficacia minore.
Ph. credit: WRVO
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