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Aurora spaziale: il fenomeno visto per la prima volta su una cometa

L’aurora non è certo un fenomeno raro, ma rimane sempre affascinante. Un altro aspetto che lo rende ancora più magico è il fatto che avviene su altri pianeti e anche su alcune lune, spesso con colori diversi da quelle sulla Terra. Per la prima però, alcuni astronomi sono riusciti a individuare tale bagliore anche su una cometa.

Tale cometa prende il nome di 67P, anche se il nome completo è in realtà 67P Churyumov-Gerasimenko. La sonda Rosetta, analizzando la porzione di spazio in cui stava viaggiando la suddetta, ha osservato radiazioni aurorali ultraviolette. Si tratta di un avvistamento unico.

Le parole del fisico Jim Burch del Southwest Research Institute: “Studio le aurore della Terra da cinque decenni. Trovare aurore intorno a 67P, prive di campo magnetico, è sorprendente e affascinante”.

 

Aurora: il fenomeno di luce

Non tutte le aurore avvengono con lo stesso processo. Sul nostro pianeta è dovuto al vento solare che interagisce con la magnetosfera. Le particelle cariche finiscono per incanalarsi nel campo magnetico terrestre dando origine alle luci che ormai tutti noi conosciamo, anche se in pochi le avremo viste dal vivo.

Anche Venere presenta una sua aurora e la particolarità è che il pianeta non presenta un campo magnetico, o almeno è quello che hanno teorizzato gli esperti. Nonostante questo, forse per la vicinanza al Sole, il vento solare fa comunque nascere tale fenomeno.

Anche la cometa in questione non ha un campo magnetico, ma ha un’atmosfera. La prima ipotesi nella vista di luce su tale oggetto riguarda il bagliore diurno. Quest’ultimo è causato dai fotoni, ma non è questo il caso. Jim Burch e altri sono convinti del fatto che si tratta di un fenomeno legato agli elettroni del vento solare che hanno rotto altre particelle dando vita alla produzione ultravioletta.

Giacomo Ampollini

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