La ricerca condotta dagli scienziati dell’UNC-Chapel Hill è la prima a dimostrare la crescita eccessiva dell’amigdala nel primo anno di vita, prima che i bambini mostrino la maggior parte dei sintomi comportamentali che in seguito si consolidano in una diagnosi di autismo. Questa è una piccola struttura del cervello fondamentale per interpretare il significato sociale ed emotivo dell’input sensoriale. L’input sensoriale va dal riconoscimento delle emozioni all’interpretazione di immagini spaventose nell’ambiente circostante.
Storicamente si è pensato che l’amigdala aveva un ruolo fondamentale nelle difficoltà con il comportamento, centrali nella malattia dell’autismo. Grazie a studi precedenti i ricercatori hanno scoperto che questa struttura nel cervello è molto grande nei bambini di età scolare con autismo, ma finora non era ancora chiaro quanto era quest’allargamento. Ora il nuovo studio ha utilizzato la risonanza magnetica per dimostrare che l’amigdala cresce troppo in fretta durante l’infanzia.
La crescita eccessiva avviene tra i sei e i 12 mesi di vita, quando ancora i comportamenti relativi all’autismo non sono ben distinti, consentendo una diagnosi precoce di questa condizione. Questa eccessiva crescita differiva notevolmente dai modelli di crescita cerebrale nei bambini con un altro disturbo dello sviluppo neurologico, la sindrome dell’X fragile, dove non sono state osservate differenze nella crescita dell’amigdala. I bambini con questa sindrome mostrano già ritardi mentali nei 6 mesi di età, mentre nei bambini a cui la sindrome verrà diagnosticata in seguito non hanno alcun deficit in questa fascia d’età, ma hanno un graduale declino tra i 6 e i 24 mesi di vita.
Nei bambini che sviluppano l’autismo la struttura del cervello non è di una grandezza eccessiva nei primi mesi di vita. Tuttavia, la loro amigdala inizia a crescere più velocemente di altri bambini, tra i sei e i 12 mesi di età, ed è significativamente ingrandita di 12 mesi. Questo allargamento dell’amigdala continua per 24 mesi. Il tasso di crescita eccessiva dell’amigdala nel primo anno è legato ai deficit sociali del bambino all’età di due anni. Più si presentava un’eccessiva grandezza più si presentavano i deficit comportamentali quando un anno dopo veniva diagnosticato l’autismo.
Cosa potrebbe succedere nel cervello di questi bambini per innescare questa crescita eccessiva e quindi il successivo sviluppo dell’autismo? Gli scienziati stanno iniziando a mettere insieme i pezzi di quel puzzle. Secondo studi precedenti i bambini che sviluppano in seguito l’autismo, hanno problemi nel modo in cui assistono agli stimoli visivi del mondo che li circonda. Gli autori ipotizzano che questi primi problemi con l’elaborazione delle informazioni visive e sensoriali possano aumentare lo stress sull’amigdala, portando a una crescita eccessiva dell’amigdala.
Un momento ottimale per iniziare gli interventi e supportare i bambini che hanno maggiori probabilità di sviluppare l’autismo potrebbe essere durante il primo anno della vita. L’obiettivo di un intervento presintomatico potrebbe essere quello di migliorare l’elaborazione visiva e sensoriale nei bambini prima ancora che compaiano i sintomi sociali.
Foto di Nathan Legakis da Pixabay
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