Secondo un nuovo studio esiste di fatto un forte legame tra microbi intestinali, che svolgono un ruolo fondamentale per quanto riguarda il sistema immunitario, espressione genetica nel sistema nervoso e modelli dietetici in individui con una diagnosi di autismo. Sebbene i risultati ottenuti non confermano le cause alla base di questa cognizione, rivela un profilo intestinale coerente tra quelli con ASD. Se ulteriori ricerche possono chiarire questo biomarcatore cruciale, potrebbe potenzialmente essere utilizzato per le diagnosi, ma anche per possibili nuovi trattamenti.
Lo studio è andato ad analizzare 10 set di dati esistenti sull’autismo e il microbioma intestinale, insieme ad altri 15 set di dati su modelli dietetici, di metabolismo, di profili delle cellule immunitarie e profili di espressione genica del cervello umano. I risultati rafforzano le associazioni tra microbi intestinali, immunità dell’ospite, espressione cerebrale e modelli dietetici, fornendo un maggiore potere statistico e informazioni biologiche sull’asse intestino-cervello nei casi di autismo.
La connessione intestino-cervello è ancora un’area relativamente nuova di esplorazione scientifica, ma che ha portato a tracciare collegamenti anche con altre malattie. La ricerca sui trilioni di microbi nel nostro intestino è cresciuta, ma la comprensione di cosa dovrebbe esserci, di cosa no e degli effetti specifici è ancora molto fumosa. Inoltre, la comunicazione tra l’intestino e il cervello è una strada a doppio senso e la dieta può alterare rapidamente la composizione dei batteri intestinali.
L’ipotesi di un coinvolgimento anormale del microbiota intestinale nei casi di autismo è stata proposta per la prima volta nel 1998, ma i primi studi sono stati ritenuti di qualità da bassa a moderata. Mancano ancora studi a lungo termine progettati con cura e vi è un consenso limitato tra i documenti di ricerca. Lo studio ha trovato segni significativi di autismo nelle vie metaboliche associate alla dieta, all’espressione genica e a microbi intestinali specifici, che corrispondevano a quelli identificati in un recente studio a lungo termine sui trapianti fecali nei bambini con ASD.
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