L’influenza aviaria, similmente a quello che il nuovo può suggerire, si comporta a ondate come l’influenza normale. Il virus responsabile torna a far parlare di sé a ripetizione con sé delle mutazioni le rendono un po’ diverso dal precedente. A questo giro le campane di allarme che stanno suonando sono molte. In queste settimane si è visto come l’agente patogeno è circolato tra i bovini negli Stati Uniti rendendo l’uomo un possibile ulteriore passaggio.
Di fatto il passaggio di questa variante del virus dell’influenza aviaria, l’H5N1, è già avvenuto. Sono diversi i casi di persone infettate, ma finora nessuno di questi è risultato grave. Se però l’emergenza sembrava circoscritta agli USA, nel Messico c’è stata la prima morte ufficiale a causa di questa epidemia. C’è una sostanziale differenza rispetto agli altri casi.
I casi negli Stati Uniti sono stati registrati in persone che lavorano a stretto contatto con gli allevamenti intensivi di bovini. Di fatto gli allevamenti di questo tipo, di qualsiasi animale in realtà, sono un facile ricettacolo per la diffusione e la mutazione di virus. Nel caso del Messico però si parla specificamente di un lavoratore di allevamenti di pollame, animali ovviamente suscettibili all’influenza in questione. Si parla di una variante diversa, l’H5N2.
A differenza di quella che sta preoccupando di più, le autorità sanitarie messicane affermano che la situazione è a basso rischio e la morte dell’individuo è strettamente legata ai problemi di salute precedenti. Detto questo, la stagione attuale dell’influenza aviaria potrebbe essere molto più movimentata della precedente.
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