La crisi che si è venuta a creare a causa del coronavirus colpisce tutti, dai più grandi ai più piccoli. Quest’ultimi, se da un lato sono più protetti proprio dal virus, risultano essere più vulnerabili quando si parla della routine che è venuta a mancare. Secondo un nuovo studio, sempre più bambini stanno sperimentando un impatto negativo sul sonno causato da ansia e da altri aspetti.
A dirlo è la clinica del sonno Millpond di Londra. Secondo quest’ultima, c’è stato un aumento del 30% delle richieste di informazioni sul sonno dei bambini tra i 5 e i 13 anni. Apparentemente, il problema più comune è il fatto che vanno a letto più tardi e nello stesso momento dormono anche di più.
Le parole di Mandy Gurney, la fondatrice della clinica: “Al momento siamo molto impegnati. Abbiamo sicuramente visto un picco nei bambini di età compresa tra i sei e gli otto anni, con ansia che influenzava il loro sonno. E per i più piccoli che non vedono altri bambini in gruppi di genitori, penso che sarà difficile quando inizieranno ad uscire di più.”
Un precedente sondaggio che ha coinvolto 2.700 persone ha portato alla luce come il 70% dei bambini sotto i 16 anni finisce per andare a letto più tardi e il 57% dorme relativamente di più. In aggiunta, il 74% di essi sta diventando sempre più dipendente dalla tecnologia.
Le parole di Michael Farquhar, consulente di medicina pediatrica: “Il coronavirus ha avuto un impatto significativo sul sonno. Gli adolescenti stanno spesso cercando di essere costretti a un modello di sonno che non è naturale per il loro modello biologico. Potrebbero voler alzarsi più tardi e la società e la scuola li costringono a uno schema di alzarsi prima, ma il blocco lascia che il modello di sonno vada alla deriva.”
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