Il cervello di due bambini geneticamente modificati nati l’anno scorso in Cina potrebbe avere memoria e cognizione amplificate, ma la comunità scientifica è tuttaltro che compiaciuta.
La controversa decisione di modificare geneticamente gli embrioni di due ragazze nate in Cina l’anno scorso potrebbe aver migliorato la loro memoria e cognizione, dicono gli scienziati.
Lo scienziato cinese He Jiankui ha riferito a novembre di aver usato lo strumento di editing CRISPR per eliminare un gene chiamato CCR5, che consente agli esseri umani di contrarre l’HIV, il virus che causa l’AIDS. Oltre a bloccare potenzialmente lo sviluppo dell’AIDS, recenti ricerche suggeriscono che l’abbandono del CCR5 può anche rendere i topi più intelligenti e aiutare il cervello a riprendersi dagli ictus.
“Probabilmente la risposta è sì, ha influito sul loro cervello“, ha detto al MIT Technology Review Alcino J. Silva, un neurobiologo dell’Università della California a Los Angeles, il cui laboratorio ha studiato il ruolo del gene CCR5 nella memoria e nella cognizione. “L’interpretazione più semplice è che quelle mutazioni avranno probabilmente un impatto sulla funzione cognitiva nei gemelli“.
Nonostante tutti i potenziali benefici, la comunità scientifica ha quasi universalmente condannato la mossa, che è stata generalmente descritta come un uso prematuro della tecnologia le cui conseguenze fisiologiche e filosofiche sulla vita umana rimangono poco chiare. Quando Silva venne a sapere che aveva usato CRISPR per eliminare il gene CCR5, la sua reazione fu “repulsione viscerale e tristezza“.
“All’improvviso mi sono reso conto, ‘Oh, santo cielo, sono veramente seri in ‘ste stronzate‘”, ha detto al MIT Technology Review.
Jennifer Doudna, professore di chimica e biologia molecolare e cellulare all’Università di Berkeley e co-inventore di CRISPR, ha pubblicato a novembre una dichiarazione in cui afferma che il pubblico dovrebbe considerare i seguenti punti sull’uso della tecnologia di modifica genetica:
Nel 2017, Doudna ha parlato a Big Think delle difficili questioni normative e filosofiche con cui presto potremmo confrontarci se la progettazione genetica dei bambini dovesse diventare un’opzione per i genitori.
Come Silva ha detto al MIT Technology Review, questo tipo di modifica genetica selettiva non avrebbe solo conseguenze per i genitori e i loro figli, ma anche per la società in generale:
“Potrebbe essere concepibile che a un certo punto del futuro potremmo aumentare il QI medio della popolazione? Non sarei uno scienziato se dicessi di no. Il lavoro nei topi dimostra che la risposta potrebbe essere sì. Ma i topi non sono persone. Semplicemente non sappiamo quali saranno le conseguenze. Non siamo ancora pronti per questo.”
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