Grazie ad un nuovo studio, realizzato nell’ambito di un progetto per la conservazione degli ambienti in alto mare, un team di ricercatori ha individuato 116 barriere coralline situate nelle profondità oceaniche. Per identificarle il team di scienziati ha analizzato e osservato più di mezzo milione di coralli che vivono tra i 200 ed i 1200 metri di profondità.
Tra questi sono stati identificati alcuni coralli che vivono addirittura oltre i 2000 m sotto la superficie. Questo significa che molto ci rimane ancora da conoscere sulle profondità degli oceani. Dal punto di vista dei coralli infatti, sino ad ora gli studi si sono concentrati solo sulle coste e sulle zone ad esse limitrofe.
I ricercatori hanno inoltre notato che quasi tutti i coralli di profondità sono scleractiniani, una famiglia comune di coralli duri che formano le barriere coralline. Tra questi sono stati individuati anche alcuni coralli che in genere non si trovano in profondità. La maggior parte di queste barriere coralline sono state trovate su delle montagne sottomarine o su scarpate e creste dei fondali, negli oceani Pacifico e Atlantico, ed una piccola minoranza nell’Oceano Indiano.
Queste scoperte, oltre ad essere importanti dal punto di vista biologico e accademico, pongono anche l’attenzione sulla necessità di proteggere gli ambienti di alto mare dalle attività umane come la pesca di fondo e la navigazione. Aspetti che spesso non vengono considerati per zone a così grande profondità.
A questo proposito, in concomitanza con questa ricerca, è stata istituita la Coral Reefs on the High Seas Coalition, una coalizione di scienziati e ricercatori, assieme ad organizzazioni no profit, che punta a sostenere viaggi di ricerca per esaminare i pendii ripidi e profondi dove si trovano molte di queste barriere coralline.
Purtroppo le spedizione programmate, sono state rimandate a causa della pandemia di Covid-19, per il momento sino al 2022. La prima di queste spedizioni era programmata per la fine del 2020 e prevedeva un esplorazione delle montagne sottomarine vicino all’Isola di Pasqua, al largo della costa del Cile. Secondo il leader della spedizione Richard Pyle, un ittiologo del Bishop Museum, ritiene che le condizioni di questa formazione corallina, siano rappresentative della maggior parte delle barriere coralline d’alto mare.
Anche la seconda esplorazione sarà concentrata sulle acque profonde al largo del Cile, lungo le creste Salas y Gómez, Nazca e Juan Fernández. Leader di questa spedizione sarà Tina Molodtsova, scienziata senior del PP Shirshov Institute of Oceanology, la quale ritiene che il mondo sottomarino è un ambiente “molto particolare in termini di biogeografia”.
Secondo Pyle, è di fondamentale importanza documentare gli ecosistemi delle montagne sottomarine prima che le attività umane rischino di danneggiarle irreparabilmente prima ancora che possano essere conosciute, studiate e capite e prima di sapere quale sia il loro ruolo per i circostanti habitat sottomarini.
Immagini: Scienze Mag
WhatsApp porta in campo una nuova funzione per gli aggiornamenti di stato. Dopo l'aggiunta delle menzioni per i singoli contatti,…
La dopamina, spesso associata al piacere e alla ricompensa, svolge un ruolo chiave non solo nel cervello, ma anche nella…
Beyerdynamic ha portato il suo rinomato approccio ingegneristico da studio nel mondo wireless con le Aventho 300, delle cuffie over-ear…
Il mondo della scienza ha raggiunto un traguardo rivoluzionario con lo sviluppo del primo occhio bionico capace di ripristinare la…
Le nostre scelte d'acquisto non sono mai completamente razionali. Dietro ogni decisione di acquisto, infatti, si nasconde un complesso intreccio…
Synology è azienda conosciuta in tutto il mondo per la produzione di dispositivi legati al segmento NAS, di cui vi abbiamo ampiamente…