La sonda BepiColombo ha completato il primo dei suoi sorvoli su Venere mentre sfrutta il pianeta dall’atmosfera velenosa per proseguire il suo viaggio verso Mercurio. Questa manovra infatti, oltre che fornire alla navicella una spinta nel suo viaggio, è anche un’opportunità eccellente per studiare il misterioso Venere, nascosto dalle sue nubi pesanti. Ed è stata anche un ottima occasione per testare gli strumenti della sonda, in vista della sua missione su Mercurio.
La sonda BepiColombo nasce dalla collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e la giapponese JAXA. Grazie alla sua telecamera di monitoraggio 2 a bordo del Mercury Transfer Module la sonda ha scattato una serie di immagini di venere. La sequenza di scatti è iniziata da 40 minuti prima fino a 15 minuti dopo l’avvicinamento massimo di 10.720 chilometri da Venere, con una frequenza di scatto di un fotogramma ogni 52 secondi.
Il sorvolo di Venere, il primo dei tre previsti, rientra nelle manovre di assistenza gravitazionale che facilitano il viaggio del velivolo spaziale verso la sua destinazione finale. Sfruttando la gravità dei corpi celesti e dei pianeti sul suo tragitto, BepiColombo sarà infatti in grado di raggiungere Mercurio risparmiando carburante.
Questo tipo di spinta gravitazionale è molto utilizzato nel lancio dei velivoli spaziali e richiede attente manovre di pianificazione e gestione della sonda. Tutto deve infatti essere pianificato ed eseguito con cura.
Prima di raggiungere la sua posizione finale in orbita attorno a Mercurio, BepiColombo sfrutterà di nuovo la gravità di Venere ad agosto del 2021 per proseguire il suo viaggio. Dopo di che ci saranno ulteriori passaggi ravvicinati dello stesso Mercurio, che spingeranno la sonda nella sua posizione corretta in un’orbita stabile e dicembre del 2025.
I passaggi ravvicinati della sonda a Venere sono molto utili per cercare di acquisire nuove informazioni sul pianeta. Ma sono anche un ottimo momento per testare i suoi strumenti. Durante questo primo sorvolo, i ricercatori del Centro Aerospaziale Tedesco (DLR) e dell’Università di Münster in Germania hanno attivato lo strumento MErcury Radiometer and Thermal Infrared Spectrometer (MERTIS) per acquisire quasi 100.000 immagini mentre BepiColombo si avvicinava al pianeta.
Come ha affermato Gisbert Peter, responsabile del progetto MERTIS del DLR Institute of Optical Sensor Systems, “ora stiamo puntando MERTIS verso un pianeta per la prima volta. Questo ci consentirà di fare confronti con le misurazioni effettuate prima del lancio di BepiColombo e di ottimizzare il funzionamento e l’elaborazione dei dati e di acquisire esperienza per la progettazione di esperimenti futuri”.
MERTIS non sarà in grado di rilevare la fosfina, elemento rilevato recentemente nell’atmosfera di Venere e che ha attirato l’attenzione dei ricercatori sul pianeta. Ma potrà aiutarci a determinare se è presente su di esso l’attività vulcanica che molti ricercatori ritengono la causa della presenza di fosfina su Venere.
Lo scienziato planetario Jörn Helbert del DLR Institute of Planetary Research ritiene infatti che MERTIS possa rilevare l’attività vulcanica del pianeta velenoso, “attraverso l’anidride solforosa” emessa dagli eventuali vulcani di Venere. Ma per saperlo dovremo attendere ancora un po’. I dati appena raccolti da BepiColombo devono percorrere ancora una lunga strada prima di arrivare al centro di controllo sulla Terra ed essere poi elaborati ed analizzati.
Ma lo scienziato planetario Harald Hiesinger, dell’Università di Münster, si aspetta che avremo “già alcuni risultati molto interessanti, con altri da seguire nel 2021, quando saremo molto più vicini a Venere”.
Ph. Crdit: ESA / BepiColombo
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