La scelta tra un caffè nero e una birra potrebbe dipendere da come la bevanda ci fa sentire piuttosto che dal sapore che avvertiamo, stando a quanto rivela uno studio sul genoma umano. I ricercatori hanno cercato variazioni nei nostri geni che potrebbero spiegare le nostre preferenze in materia di bevande, dal momento che comprendere queste tendenze potrebbe suggerire diversi tipi di dieta da prescrivere ai pazienti.
Essi hanno scoperto che le preferenze per bevande amare o dolci non sono basate su variazioni dei geni che determinano il nostro gusto, ma piuttosto su geni relativi alle proprietà psicoattive che queste bevande hanno sul nostro organismo. “Alle persone piace il modo in cui il caffè e l’alcol li fa sentire; ecco perché lo bevono, non per il gusto“, ha detto Marilyn Cornelis, assistente presso la Northwestern University Feinberg’s School of Medicine.
Per lo studio, i soggetti sono stati divisi in gruppi di degustazione, uno di bevande amare e uno di bevande dolci. Nel gruppo “amaro” è stato incluso caffè, tè, succo di pompelmo, birra, vino rosso e liquori. I ricercatori hanno esaminato circa 336.000 persone chiedendo loro di segnalare cosa hanno mangiato e bevuto nelle ultime 24 ore.
Gli scienziati hanno anche condotto uno studio sull’associazione tra il nostro corredo genetico e il consumo di bevande amare e dolci. “A nostra memoria, questo è il primo studio su questo tipo di correlazione incentrato in modo specifico sul senso del gusto. È anche lo studio più completo su legame tra genoma umano e bevande consumate svolto fino ad oggi”, ha detto Victor Zhong, autore principale dello studio.
Secondo la ricercatrice Marilyn Cornelis, lo studio mette in evidenza importanti componenti “comportamentali-premianti” per la scelta delle bevande e sottolinea l’importanza della più possibile accurata comprensione del legame tra genetica e alimentazione, inclusa la possibilità di intervenire in modo sempre più preciso nella prescrizione di diete per le persone che ne hanno bisogno.
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