Secondo una recente ricerca, il consumo quotidiano di bevande zuccherate è collegato ad un aumento del rischio di cancro al fegato e di malattie epatiche croniche. Un dato davvero preoccupante se si considera che in alcuni paesi il consumo è molto elevato. Ad esempio negli Stati Uniti circa il 65% degli adulti beve quotidianamente bevande zuccherate.
I ricercatori del Brigham and Women’s Hospital hanno condotto uno dei primi studi per esaminare l’associazione tra l’assunzione di bevande zuccherate, e bevande zuccherate artificialmente, e l’incidenza di cancro al fegato e malattie croniche del fegato.
Come spiega infatti l’autore principale dello studio, Longgang Zhao, Ph.D., della Brigham’s Channing Division of Network Medicine, “a nostra conoscenza, questo è il primo studio a segnalare un’associazione tra l’assunzione di bevande zuccherate e la mortalità per malattie epatiche croniche. I nostri risultati, se confermati, potrebbero aprire la strada a una strategia di sanità pubblica per ridurre il rischio di malattie epatiche basata sui dati di una coorte ampia e geograficamente diversificata”.
Si tratta nello specifico di uno studio osservazionale su quasi 100.000 donne in postmenopausa, con dati provenienti dall’ampio studio prospettico Women’s Health Initiative. Alle partecipanti è stato chiesto di dichiarare il consumo abituale di bibite analcoliche e bibite alla frutta (esclusi i succhi di frutta), ed il consumo di bevande zuccherate artificialmente dopo tre anni.
Le partecipanti sono state seguite per una media di oltre 20 anni. I ricercatori hanno esaminato l’incidenza del cancro al fegato auto-riferito e la morte dovuta a malattie epatiche croniche come fibrosi, cirrosi o epatite cronica, che sono state ulteriormente verificate dalle cartelle cliniche o dal National Death Index.
Dall’analisi dei dati è emerso che il 6,8% delle donne che consumavano una o più bevande zuccherate al giorno avevano un rischio maggiore dell’85% di cancro al fegato e un rischio maggiore del 68% di mortalità per malattie epatiche croniche rispetto a coloro che consumavano meno di tre bibite zuccherate al mese.
Come ricordano però gli stessi autori, bisogna ricordare che si tratta di una ricerca puramente osservazionale. La causalità non può essere dedotta e non si può fare affidamento esclusivo sulle risposte auto-riferite sull’assunzione, sul contenuto di zucchero e sui risultati.
Saranno dunque necessari ulteriori studi per convalidare l’associazione di rischio e determinare il motivo e le modalità con cui le bevande zuccherate sembrano aumentare il rischio di cancro e malattie del fegato.
Fonte: JAMA
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