Saranno anche passati una lunga serie di decenni da quando l’uomo ha attraversato le acque ghiacciate dell’Artico o dell’Antartide, eppure continua a rimanere un’avventura pericolosa. Lo sanno bene i 42 ricercatori destinati a un base del continente ghiacciato e i membri dell’equipaggio della nave che avrebbe dovuto portarli a destinazione. La base è la Dumont d’Urville e si trova a sud dell’Australia, molto a sud.
La spedizione era partita senza problemi, ma ad un certo punto, il 15 novembre, è stato annunciato che l’elica della nave era stata danneggiata. La situazione, a detta del responsabile della missione, è stata definita frustrante. Come dargli torta, settimane bloccati nel ghiaccio senza aver la possibilità di iniziare il proprio lavoro, le ricerche che avevano progettato da tanto tempo.
Le parole di Alain Quivoron, leader della missione scientifica: “La maggior parte dei membri più giovani della missione sarebbe stata felice di rimanere più a lungo, ma i più anziani trovano la situazione scomoda e avrebbero preferito tornare alle loro famiglie. Esiste un grande spirito di cooperazione e sostegno tra le nazioni che lavorano in Antartide e siamo molto felici di poter aiutare i nostri colleghi francesi quando necessario“.
Il problema, ovviamente, non riguarda soltanto i membri bloccati attualmente sulla nave, ma anche i ricercatori dislocati nella base. Quest’ultimi avevano in programma di ritornare a casa e invece si ritrovano ancora in uno dei luoghi più remoti del nostro pianeta senza alcuna possibilità alcuna di tornare indietro, per lo meno finché la barca non viene riparata.
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