Un team di ricercatori dell’Università delle Hawaii ha scoperto un’immensa bolla di galassie a 820 milioni di anni luce dalla Terra, che potrebbe essere un residuo fossile della nascita dell’universo. L’astronomo Brent Tully dell’UH Institute for Astronomy e il suo team hanno scoperto la bolla all’interno di una rete di galassie, dandole il nome di Ho’oleilana, un termine tratto dal Kumulipo, un canto hawaiano sulla creazione.
Hoʻoleilana significa infatti “mormorii di risveglio”. Il nome è stato scelto a seguito di alcune discussioni tra Tully e Larry Kimura, professore di lingua hawaiana e direttore esecutivo del Centro Astronomico di ʻImiloa Kaʻiu Kimura. La denominazione delle scoperte astronomiche con nomi tradizionali alle Hawai’i, deriva dal programma ‘Imiloa, A Hua He Inoa, creato per dimostrare come la lingua hawaiana o’ōlelo Hawai’i si fonde con la conoscenza scientifica.
La ricerca, pubblicata su The Astrophysical Journal, mostra che queste strutture massicce sono previste dalla teoria del Big Bang, come risultato di increspature 3D trovate nel materiale dell’universo primordiale, note come Oscillazioni Acustiche Barioniche (BAO).
Come racconta Tully, la scoperta è avvenuta quasi casualmente. Il team di ricerca non era infatti alla ricerca di potenziali BAO. Ma questa bolla di galassie è così grande che “si estende fino ai bordi del settore del cielo che stavamo analizzando. Come aumento della densità delle galassie si tratta di una caratteristica molto più forte del previsto. Il diametro molto grande di un miliardo di anni luce va oltre le aspettative teoriche. Se la sua formazione ed evoluzione sono in accordo con la teoria, questo BAO è più vicino del previsto, il che implica un valore elevato per il tasso di espansione dell’universo”.
Gli astronomi hanno individuato la bolla di galassie utilizzando i dati di Cosmicflows-4, la più grande raccolta di distanze precise delle galassie e potrebbe essere la prima volta che gli astronomi identificano una struttura individuale associata ad un BAO. La scoperta potrebbe aiutare a rafforzare la conoscenza degli scienziati sugli effetti dell’evoluzione delle galassie.
Daniel Pomarede, dell’Università CEA Paris-Saclay in Francia, spiega che “la mappatura di Hoʻoleilana in tre dimensioni ci aiuta a comprenderne il contenuto e la relazione con l’ambiente circostante. È stato un processo straordinario costruire questa mappa e vedere come la gigantesca struttura a conchiglia di Hoʻoleilana è composta da elementi che in passato erano stati identificati come essi stessi alcune delle più grandi strutture dell’universo.”
Utilizzando il catalogo Cosmicflows-4, i ricercatori sono stati infatti in grado di vedere un guscio sferico completo di galassie, identificarne il centro e mostrare che esiste un miglioramento statistico nella densità delle galassie in tutte le direzioni da quel centro. Hoʻoleilana comprende molte strutture già scoperte dagli astronomi, come la Grande Muraglia di Harvard/Smithsonian contenente l’ammasso del Coma, l’ammasso di Ercole e la Grande Muraglia di Sloan, Supercluster Boötes ed anche il Boötes Void, un’enorme regione sferica vuota.
Ph. Credit: Frédéric Durillon, Animea Studio; Daniel Pomarède, IRFU, CEA Università Paris-Saclay; Univeristà delle Hawaii
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