Se guardiamo ai bradipi di oggi difficilmente ci viene in mente qualcosa di minaccioso o pericoloso, anche se i loro artigli sembrano tutt’altro che amichevoli, eppure migliaia di anni fa gli antenati di questi animali era considerati dei megamammiferi. Questa classificazione è specifica dell’era nota come Pleistocene e infatti i bradipi giganti, o scientificamente noti come Megatherium americanum, vivevano in tale periodo nel continente americano.
Molti dei grandi mammiferi di quel periodo finirono per estinguersi a causa dei cambiamenti dell’ecosistema tranne, in tutto il mondo tranne in Africa o almeno era questa la teoria fino ad ora anche per i protagonisti di questo articolo. Apparentemente secondo un nuovo studio i bradipi giganti sono stati cacciati e fatti estinguere dall’Homo sapiens circa 12.000 anni fa.
Già si ipotizzava della possibilità che l’uomo in Sud America abbia per centinai di anni cacciato tali animali, ma il ritrovamento fatto di recente ha confermato il tutto. La presenza dei resti di un bradipo gigante con alcuni strumenti di caccia ha avvalorato la tesi e la datazione delle ossa ha indicato una datazione precedente a quella delle grandi estinzioni. Si parla di quasi 1.000 anni, un periodo di tempo troppo anticipato e quindi diventa sempre più ovvio che la colpa sia da attribuire ai nostri antenati.
La cosa più sorprendente è che l’uomo è arrivato nel Sud America circa 14.500 anni fa e in poco meno di 2.000 anni è riuscita ad avere la meglio su diversi grandi mammiferi, animali che fino a migliaia di anni prima avevano sfavorito la migrazione verso quelle terre.
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