La teoria di Albert Einstein sull’universo in espansione è stata dimostrata quasi 100 anni dopo la sua prima teorizzazione, ha rivelato il fisico britannico Brian Cox. Nel 1917 infatti, Einstein scoprì che la sua teoria sulla relatività suggeriva che l’universo doveva essere in espansione o in contrazione, ragion per cui introdusse l’idea di una costante cosmologica, un’energia del vuoto per controbilanciare gli effetti della gravità. Einstein però abbandonò il concetto fino al 1931, quando la scoperta di Edwin Hubble dimostrò che l’universo si stava effettivamente espandendo.
Brian Cox ha cercato di spiegare il motivo per cui la teoria è stata inizialmente avanzata, suggerendo l’esistenza di una sorta di energia oscura che permea l’intero universo. Cox dichiarò nel 2019: “Vi è una quantità di materia oscura cinque volte maggiore della materia normale, che costituisce circa il 25% dell’universo conosciuto. In parole povere, circa il 5% dell’universo è costituito da materia, come stelle e gas, mentre circa il 70% è costituito da energia oscura. Ancora non sappiamo in cosa essa consista esattamente, ma conosciamo i suoi effetti. La teoria di Einstein funziona in modo molto semplice: se inserisci materia nell’universo, questo si deforma, contraendosi ed espandendosi“.
Il professor Cox ha poi aggiunto: “La misurazione che abbiamo ci suggerisce che l’universo si sta espandendo continuamente. Quindi possiamo usare questa teoria per sapere cosa c’è dentro; è così che abbiamo scoperto la materia oscura, notando un aumento del livello di espansione dell’universo. Quest’ultimo sta accelerando la sua espansione, una conclusione diametralmente opposta a ciò che abbiamo finora pensato nella comunità scientifica“.
Brian Schmidt, premio Nobel per la fisica nel 2011, dimostrò esattamente questo, ma egli stesso in un certo senso arrivò a disconoscere la propria scoperta definendola “il suo errore più grande”, ma ciò che Cox fa notare è che Schmidt non stava cercando di dimostrare l’esistenza di energia oscura e ha aggiunto: “Possiamo capire che tipo di oggetti e quanti di essi dovremmo inserire nell’universo per fare in modo che questo si espanda. Il mio amico Brian Schmidt, che ha ottenuto il premio Nobel per questo, stava misurando l’esplosione di una supernova“. Cox ha infatti raccontato come Schimdt si sia sentito in imbarazzo, avendo ritenuto di aver messo in discussione le fondamenta della fisica.
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