Sappiamo per certo che l’Universo si sta espandendo, ma il motivo per cui questo accade e quali siano i meccanismi ed i principi della fisica che vi sono alla base, rimane ancora un mistero. Ma un team di ricercatori dell’Università delle Hawaii a Manoa, potrebbe avere una soluzione al mistero. La forza trainante dell’espansione potrebbe essere l’energia oscura immagazzinata in oggetti compatti che si trovano nei vuoti intergalattici.
Questi oggetti sono conosciuti come Oggetti Generici di Energia Oscura (GEODE – Generic Object of Dark Energy) si formano dal collasso stellare al posto dei buchi neri. Si tratta di un nucleo di energia oscura attorno a cui ruota un altro strato. Osservati dall’esterno appaiono simili ai buchi neri, così come si assomigliano anche le onde gravitazionali emesse dalle loro collisioni.
Date le somiglianze con i buchi neri, i ricercatori hanno ipotizzato che anche il modo in cui i GEODE si muovono nello spazio, debba essere simile a quello dei buchi neri. Ma secondo Kevin Croker, ricercatore del Dipartimento di Fisica e Astronomia di UH Mānoa e autore principale dello studio, “questo potrebbe rappresentare un problema se si vuole spiegare l’espansione accelerata dell’universo. Anche se l’anno scorso abbiamo dimostrato che i GEODE, in linea di principio, potrebbero fornire l’energia oscura necessaria, ci sarebbe bisogno di molti GEODE vecchi e di grande massa. Se si muovessero come buchi neri, rimanendo quindi vicini alla materia visibile, galassie come la nostra Via Lattea sarebbero state perturbate”.
Il team ha dunque condotto una ricerca sul modo in cui i GEODE si muovono nello spazio. Dai loro studi è emerso che lo strato in rotazione attorno ad ogni GEODE, determina il modo in cui questi si muovono uno rispetto all’altro. Quando lo strato esterno di un GEODE ruota lentamente, questi si raggruppano tra di loro più velocemente rispetto a quanto non accada per i buchi neri. Quando invece la rotazione si avvicina alle velocità della luce, questi corpi di energia oscura iniziano a respingersi tra di loro.
I ricercatori hanno risolto le equazioni di Einstein supponendo che la morte delle stelle più antiche dell’Universo abbia portato alla formazione di GEODE. Quando si formarono questi antichi ammassi di energia oscura, iniziarono a nutrirsi di altre stelle e gas interstellare, iniziando a ruotare molto velocemente. Questo avrebbe fatto si che si allontanassero finendo in quelle regioni che oggi sono i vuoti intergalattici.
I GEODE potrebbero dunque spiegare il comportamento dell’energia oscura ed i loro movimenti le manterrebbero a distanza di sicurezza dalle galassie che osserviamo, impedendogli di rubare stelle alle galassie. Inoltre il numero di GEODE necessario affinché questa teoria sussista è del tutto coerente con la stima del numero delle stelle più antiche dell’Universo.
Inoltre i GEODE non compromettono la distribuzione delle galassie nello spazio, poiché questi si separarono tra loro e si posizionarono ben prima che le galassia si formassero. E non intaccano nemmeno la radiazione di fondo residua, scaturita dal Big Bang, poiché le stelle che hanno dato vita a questi corpi di energia oscura, sono morte centinaia di milioni di anni dopo l’esplosione primordiale che ha dato vita la cosmo.
I GEODE sembrano quindi fornire una valida spiegazione e il loro studio si svolge in più ambiti diversi dell’astrofisica, mettendo insieme diversi pezzi di un grande puzzle cosmico. Ora quello che manca è una prova diretta della loro osservazione.
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