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Buchi neri: uno strano comportamento dei gas potrebbe indicarne una nuova specie

Se fino a non molto tempo fa gli astronomi nemmeno pensavano all’esistenza dei buchi neri di massa intermedia, oggi le ricerche svelano, non solo la loro probabile esistenza, ma anche una certa abbondanza della loro presenza nel cuore della Via Lattea.

 

Il cuore della Via Lattea potrebbe ospitare molti buchi neri di massa intermedia

Sembra infatti che, analizzando il movimento dei gas al centro della nostra Galassia, i ricercatori abbiano individuato un buco nero intermedio quiescente. Nello specifico gli astronomi hanno osservato uno strano movimento dei gas, concludendo che il flusso di gas sta orbitando attorno ad un oggetto con una massa pari a diecimila volte quella del Sole. Ma quando si sono concentrati sulla zona dove avrebbe dovuto trovarsi l’oggetto, non hanno trovato nulla.

Questo aspetto ha indotto gli scienziati a pensare che possa trattarsi di un buco nero che al momento non si nutre attivamente e dunque non emette radiazioni rilevabili dagli strumenti che oggi abbiamo a disposizione. Si tratta dunque del quinto oggetto candidato ad essere classificato come buco nero di massa intermedia (tra 1.000 e 100.000 masse solari), che risiede al centro della Via Lattea.

Se dovesse essere confermata la natura di buco nero di questo oggetto, si tratterebbe di una scoperta sensazionale. Dimostrerebbe infatti l’esistenza di questa categoria di buchi neri e la loro abbondanza nel cuore della Via Lattea. Gli astronomi sono infatti certi dell’esistenza di buchi neri supermassicci, con masse al di sopra delle 100.000 masse solari, come Sagittarius A* il mostro oscuro che risiede al centro della Via Lattea. Così come conoscono anche l’esistenza di buchi neri di massa stellare, grandi fino a 100 volte il Sole. Ma fino ad ora la categoria intermedia a questi due estremi, è rimasta piuttosto elusiva e difficile da individuare, instillando in alcuni dei dubbi sulla loro esistenza.

 

Arrivare ad un buco nero studiando le nubi di gas ad alta velocità

Dato che i buchi neri non emettono radiazioni rilevabili, i ricercatori cercano di individuarli andando alla ricerca degli effetti che essi hanno sull’ambiente circostante. Ed è proprio ciò che ha fatto l’astrofisico Shunya Takekawa dell’Osservatorio Astronomico Nazionale del Giappone. Takekawa ed il suo team hanno infatti studiato il movimento delle nubi di gas ad alta velocità nella zona centrale della Via Lattea, nella speranza che ciò li conducesse ad un buco nero intermedio.

Il metodo di tracciamento dei gas, era impiegato in passato dai ricercatori per cercare di individuare l’orizzonte degli eventi di un buco nero di circa 32.000 masse solari, che sarebbe risultato all’incirca grande quanto Giove. Ma ora i ricercatori hanno indirizzato le loro analisi su delle nubi di gas ad alta velocità.

Questo tipo di nubi sono costituite da tre diversi gruppi, di cui uno sembra roteare attorno ad un oggetto che potrebbe essere un buco nero. Secondo i ricercatori infatti “uno dei tre gruppi ha una struttura ad anello con un gradiente di velocità molto ripido. L’assenza di controparti stellari in quel punto indica che l’oggetto può essere un buco nero quiescente”.

Valeria Magliani

Instancabile giramondo, appassionata di viaggi, di scoperte e di scienza, ho iniziato l'attività di web-writer perché desideravo essere parte di quel meccanismo che diffonde curiosità e conoscenza. Dobbiamo conoscere, sapere, scoprire e viaggiare, il più possibile. Avremo così una vita migliore, in un mondo migliore.

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