Un gruppo di astrofisici della University of Western Ontario, ha recentemente trovato delle prove che potrebbero cambiare ciò che conosciamo sui buchi neri. Fino ad oggi si credeva che questi potessero avere origine solo dall’esplosione o il collasso di una stella. Un nuovo studio, pubblicato su Astrophysical Journal Letters dai ricercatori Shantanu Basu e Arpan Das, mostra un nuovo modo in cui i buchi neri possono crearsi.
La maggior parte dei buchi neri supermassicci si formano dal cuore di stelle molto grandi. Questo accade quando il nucleo di una stella diventa così denso da collassare su se stesso. Il nuovo studio suggerisce che alcuni di essi abbiano origine da collassi diretti. Questi possono avvenire in assenza di stelle, solamente da una grande quantità di gas interstellare e polvere. Questo nuovo modello può spiegare la presenza di buchi neri nelle primissime fasi dell’universo.
L’astronomo Ethan Siegel ha spiegato il processo teorico del collasso diretto in un articolo di Forbes: “Una regione dello spazio collassa durante la formazione delle stelle, allo stesso tempo una regione dello spazio subisce un collasso gravitazionale, ma ma senza la formazione di stelle. La regione con le stelle emette un’intensa quantità di radiazioni, dove la pressione fotonica impedisce al gas nell’altra nuvola di frammentarsi in potenziali stelle. La nuvola stessa continua a collassare e durante questo processo espelle energia. Quando viene superata una soglia critica, quell’enorme quantità di massa, forse centinaia di migliaia o persino milioni di volte la massa del nostro Sole, collassa direttamente per formare un buco nero“.
Shantanu Basu ha affermato: “I buchi neri supermassicci hanno avuto solo un breve periodo di tempo in cui sono stati in grado di crescere velocemente e poi a un certo punto, a causa di tutte le radiazioni nell’universo create da altri buchi neri e stelle, la loro produzione si è arrestata. Questo è lo scenario del collasso diretto“.
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