Per la prima volta da quando abbiamo puntato i telescopi verso Sagittarius A* (Sgr A*), il buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia, i ricercatori sono riusciti ad ottenerne un immagine nitida. Il buco nero Sgr A* è avvolto da una fitta nube di gas caldo, che a fino ad ora impedito di osservarlo nitidamente. Grazie all’inclusione del radiotelescopio Alma, nella rete mondiale di radiotelescopi, i ricercatori sono riusciti ad osservare Sgr A*, attraverso la nebbia di gas.
Quello che è emerso da questa osservazione è veramente sorprendente, Ovvero il centro di emissione del buco nero è una regione estremamente piccola. Questo potrebbe indicare che le emissioni radio derivino da un disco di gas che precipita nel buco nero, e non da una sorgente radio; oppure che la sorgente punta dritto verso la Terra.
Per rimuovere la maggior parte degli effetti di diffusione provocati dalla nube di gas che circonda Sgr A*, gli astronomi lo hanno osservato alla frequenza di 68 Ghz, con la tecnica VLBI (Very Long Baseline Interferometry). Questa tecnica combina vari telescopi sparsi per tutto il Pianeta, in modo da formarne uno unico che ha le dimensioni della Terra. In questo modo i ricercatori sono riusciti a mappare le proprietà della luce diffusa che impediva di osservare il buco nero, e di escluderla per poter ottenere un’immagine nitida di Sgr A*.
Da questa immagine, gli astronomi hanno scoperto che le emissioni radio del buco nero, provengono da una regione piccolissima e simmetrica.
Secondo Sara Issaoun, dottoranda della Radboud University Nijmegen, in Olanda, “questo potrebbe indicare che l’emissione radio viene prodotta da un disco di gas che sta precipitando nel buco nero, piuttosto che da un getto radio. Tuttavia, ciò renderebbe Sgr A* un’eccezione rispetto ad altri buchi neri che emettono onde radio. L’alternativa potrebbe essere che il getto radio stia puntando pressoché nella nostra direzione”.
Il supervisore del dottorato della Issaoun, Heino Falcke, ha trovato questa possibilità un po’ insolita. Ma dato che recentemente il team di Gravity ha ottenuto risultati simili con una tecnica diversa, forse l’ipotesi della Issaoun potrebbe essere veritiera e noi stiamo quindi “osservando questo mostro da un punto di osservazione molto speciale”.
Questi risultati sono stati possibili grazie al coinvolgimento del radiotelescopio ALMA, il telescopio più sensibile alla frequenza dei 68 Ghz. Questa collaborazione è stata resa possibile dall’Alma Phasing Project.
Nel 2017, questo telescopio è ufficialmente entrato a far parte del Global Millimioter VLBI Array (GMVA), gestito dal Max Plank Institute for Radio Anstronomy.
Continuando con questo tipo di indagini, anche a diverse lunghezze d’onda, si otterranno sempre maggiori informazioni riguardo ai buchi neri, tra i più affascinanti e misteriosi oggetti che si trovano nell’Universo.
La colazione è spesso definita come il pasto più importante della giornata, in quanto ha il potere di attivare il…
Con il morbo di Alzheimer si è brancolati nel buoi per molto tempo. Ci si è concentrati su una teoria…
Differentemente da quanto tutti si aspettavano, Apple non ha presentato un nuovo modello di iPad base nel corso del mese…
Call of Duty: Black Ops 6 è l'ultima fatica di Treyarch e Raven Software, uno sparatutto che prende quanto di buono…
Ogni età da quando l'uomo esiste è caratterizzata dalla presenza di varie problematiche, alcune di origine naturale e altre causate…
Sentiamo tutti i giorni parlare di intelligenza artificiale e di come questa ha cambiato il mondo negli ultimi anni. Chat…